OLIO: CONSUMATORI, IMMAGINE MADE IN ITALY E` A RISCHIO
- fonte:
- Ansa
Nuova bufera per uno dei fiori
all`occhiello del made in Italy, che rischia di vedere
compromessa la propria immagine a livello internazionale. Dopo
il vino e la mozzarella, è l`olio extravergine ad essere al
centro di una truffa scoperta dai carabinieri del Nas.
Uno dei comparti agroalimentari ad avere un giro d`affari tra
i più significativi. L`Italia, infatti, è il 2/o produttore a
livello Ue dopo la Spagna, conta 38 extravergine fra Dop e Igp e
un fatturato da 2 miliardi di euro l`anno.
Secondo l`accusa, in Italia e all`estero, ad essere spacciato
per olio extravergine di oliva, provvisto di etichette di
fantasia, era invece olio di semi di soia, anche ogm, e/o di
girasole, con betacarotene e clorofilla industriale.
L`operazione, condotta da Nord a Sud, ha fatto scattare le
manette per 39 persone, di cui 14 ai domiciliari, mentre sono
finiti sotto sequestro sette oleifici e oltre 25mila litri di
olio, bloccando anche un tentativo di export in Usa e Germania.
Immediate le reazioni di consumatori e organizzazioni delle
imprese agricole. Temono, infatti, una caduta di immagine per i
prodotti italiani, i consumatori dell`Aduc, secondo i quali c`é
il rischio che il Made in Italy possa essere accomunato ad altri
prodotti a bassa qualità. Preoccupato anche il Codacons, che
auspica nuove norme, mentre Federconsumatori chiede di conoscere
i nomi dei prodotti e il loro immediato ritiro. Bene lo stop
alle truffe per Coldiretti e Unaprol, che sottolineano
l`importanza dell`etichetta, già obbligatoria, per indicare la
provenienza delle olive, mentre Copagri ricorda i danni dei
recenti scandali.
“Andrà a finire che all`estero quando dovranno comprare un
prodotto alimentare italiano avranno gli stessi dubbi che
insorgono al momento dell`acquisto di prodotti cinesi“ commenta
Primo Mastrantoni, segretario dell`Associazione per i diritti
degli utenti e dei consumatori (Aduc), secondo il quale“ i
carabinieri stanno facendo un`opera meritoria. Ci chiediamo –
prosegue Mastrantoni – cosa fanno le Asl che istituzionalmente e
regolarmente dovrebbero controllare i prodotti alimentari?“.
Parla di “ennesimo scandalo“ che mina alla credibilità del
made in Italy anche Carlo Rienzi, presidente del Codacons, che
chiede di inserire in etichetta anche grado di acidità,
informazioni nutrizionali, sottolineando che “non sono ancora
proibiti procedimenti che abbassano artificialmente il grado di
acidità “.
“Bene tolleranza zero a difesa di salute e made in Italy“ è
la posizione di Massimo Gargano, presidente di Unaprol,
Consorzio olivicolo italiano, che come Coldiretti sottolinea
l`importanza del sistema di etichetattura obbligatoria, in
vigore dal 17 gennaio scorso. Di qui “l`importanza di estendere
i controlli“ sull`etichetta per Coldiretti, secondo cui “sono
ancora troppo poche“ le confezioni in regola, mentre occorre
“evitare che la metà dell`olio venduto sul territorio
nazionale sia spacciato per made in Italy, anche se spremuto con
olive spagnole, greche e tunisine“.
Ricorda “il lavoro di tantissimi onesti produttori olivicoli,
che sono la maggioranza“ la Confederazione italiana
agricoltori-Cia, che invita ad “evitare che anche nel settore
dell`olio, si abbatta un`onda allarmistica infondata, che generi
altre psicosi tra i consumatori, con contraccolpi pesanti sul
mercato“. Sullo stesso fronte Franco Verrascina, vicepresidente
vicario di Copagri, che nota come il “caso mozzarella“ e il
“caso vino“, si siano rivelati entrambi estremamente
circoscritti. Intanto “restano i danni che stanno scontando gli
allevamenti di bufala, le macchie sul vino e, ora, quelli
presumibili sull`olio extravergine d`oliva“.
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