23 Marzo 2010

Odissea 3D, annunciato ricorso al Tar contro il Codacons

La reazione dell’industria cinematografica all’allarmismo generato dal Codacons in merito ai danni che gli occhiali 3D potrebbero causare a chi li indossa senza troppe precauazioni, non si è fatta attendere. Paolo Protti, presidente dell’Anec, giocando un po’ sui doppi sensi, ha definito la questione 3D una «montatura orribile», una campagna di disinformazione tutta italiana che genera, di giorno in giorno, soltanto confusione fra gli appassionati di cinema e gli addetti ai lavori.
 
Il riferimento è appunto al Codacons che avrebbe utilizzato un caso mai accertato fino in fondo, quello dell’infezione all’occhio riportata da una bimba di 3 anni che avrebbe indossato gli occhiali 3D per assistere al film Alice in Wonderland, per far leva sul Consiglio Superiodi di Sanità affinchè, anche se indirettamente, avviasse una vera e propria campagna anti 3D.
 
Secondo l’Anec la richiesta di vietare l’uso degli occhialini agli adolescenti di età inferiore ai 14 anni ha dell’assurdo, visto che negli altri paesi d’Europa (e del mondo) le visioni 3D procedono in tutta serenità, con buona pace di chi le propone (gli esercenti cinematografici) e di chi se le gode (gli spettatori).
 
Gli esperti in Oftalmologia rassicurano d’altronde sull’uso degli occhiali 3D, specificando che i rari effetti collaterali a cui il Codacons si appella, vomito e cefalea, possono presentarsi solo in soggetti già affetti da disturbi della vista, rappresentando paradossalmente un richiamo all’attenzione.
 
Anche i rappresentanti di Anem (Carlo Bernaschi) e Anica (Richard Borg) ritengono dannosissima questa campagna diffamatoria, che colpisce sempre un pubblico sempre più disorientato e spaventato dalla sola idea di entrare in un cinema 3D, sottolineando l’alta qualità delle apparecchiature utilizzate per la proiezione tridimensionale delle immagini.
 
A un ricorso potrebbe quindi seguire un controricorso: L’Anec, che ha già chiesto un incontro con il Ministro della sanità Fazio, potrebbe presentare ricorso al Tar, rispondendo ai provvidimenti intrapresi da Carlo Rienzi, presidente del Codacons. L’obiettivo è quello di far rientrare l’allarme e di permettere alle sale cinematografiche di lavorare in tutta serenità.
 
Per quanto riguarda l’utilizzo degli occhiali monouso, andrebbe fatto un passo indietro. E’ sufficiente, secondo Protti, che gli occhiali distribuiti dai cinema siano opportunamente disinfettati mediante amuchina o clorexidina per poterli ritenere più che sicuri. La sterilizzazione è infatti una richiesta esagerata.
 
E a pensar male, si potrebbe dire, non si sbaglia. Perché qualcuno intravede nel fatto della bimba di soli 3 anni "colpita" dal 3D, dall’intervista rilasciata da sua madre al TG5, qualcosa di molto strano. Ancora di più se si considera che la bimba al centro della questione, sarebbe figlia di un dirigente del Codacons. Il tutto in piena campagna elettorale…

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