17 Maggio 2009

OCSE: SALARI ITALIANI TRA I PIU’ BASSI, AL 23/0 POSTO

OCSE: SALARI ITALIANI TRA I PIU’ BASSI, AL 23/0 POSTO/ANSA  
 
SACCONI, BASSI STIPENDI PER VECCHIA CONTRATTAZIONE.STA CAMBIANDO

 
   (ANSA) – ROMA, 17 MAG – La busta paga degli italiani è tra
le più leggere tra quelle non solo dei grandi Paesi
industrializzati ma anche nell’eterogeneo mondo dei Paesi Ocse.
Sui trenta paesi che fanno riferimento all’organizzazione di
Parigi, l’Italia, con un salario medio annuo netto di 21.374
dollari si colloca al 23/o posto. Davanti, in termini di salari,
ci sono non solo Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania,
Francia ma tutti i Paesi europei, fatta eccezione del Portogallo
e dei paesi dell’Allargamento. Mediamente dunque il salario
medio di un italiano non arriva a 16.000 euro l’anno, poco più
di 1.300 euro al mese.
   I dati sono contenuti nel Rapporto dell’Ocse sulla tassazione
dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato dalla stessa
organizzazione di Parigi. L’Italia non ‘schioda’ dalla coda
della classifica dei salari: anche lo scorso anno era infatti al
ventitreesimo posto, considerati gli stessi parametri di
confronto.
   Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sottolinea: "I bassi
salari italiani sono stati causati dalla vecchia contrattazione
collettiva centralizzata, che ora le parti sociali, d’accordo
con il governo, hanno dovuto cambiare". Quanto alla pressione
fiscale, che incide sugli stipendi italiani, Sacconi ha fatto
presente che ci sono novità anche in questa direzione, come
"la tassazione agevolata al 10%" per tutta la parte di salario
legata alla produttività "che viene decisa in sede
aziendale".
   Gli italiani nel 2008 hanno guadagnato mediamente il 17% in
meno della media Ocse. Salari penalizzati anche se il raffronto
viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19
(24.552). I dati si riferiscono al salario netto medio di un
lavoratore single senza carichi di famiglia. E’ espresso in
dollari e a parità di potere d’acquisto, includendo cioé la
dinamica dei prezzi interna a ciascun Paese. L’Italia riesce a
scalare una posizione, e collocarsi dunque al 22/o posto se si
considera il salario al lordo.
   A pesare negativamente sulle buste paga degli italiani è
anche il cuneo fiscale, che calcola la differenza tra quanto
pagato dal datore di lavoro e quanto effettivamente finisce in
tasca al lavoratore. Il peso di tasse e contributi, sempre per
un lavoratore dal salario medio, single senza carichi di
famiglia, è del 46,5%. In questa classifica l’Italia risulta
infatti al sesto posto tra i trenta paesi Ocse. Più leggero è
il drenaggio di imposte e versamenti contributivi se si esamina
il caso di un lavoratore, sempre con un salario medio ma sposato
e con due figli a carico. In questo caso il cuneo e al 36% e
l’Italia scivola qualche posizione sotto collocandosi
all’undicesimo posto nell’Ocse (partendo sempre dai Paesi dove
massimo è il peso fiscale sulle buste paga).
   Tornando alla classifica sui salari, infatti, facendo un po’
di conti, un italiano in un anno guadagna mediamente il 44% in
meno di un inglese, il 32% in meno di un irlandese, il 28% in
meno di un tedesco, il 18% in meno di un francese. Solo sette i
Paesi con salari inferiori: Portogallo, Repubblica Ceca,
Turchia, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria e Messico,
fanalino di coda e unico Paese nell’Ocse, quello americano, dove
il salario netto annuale non arriva neanche e a 10.000 dollari
l’anno.
   Per il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini "i
dati non sorprendono e serve una riforma fiscale". Sulla stessa
linea d’onda l’associazione dei consumatori Codacons: "sui
salari degli italiani pesa il caro-vita e per questo è
necessaria "una detassazione degli stipendi". Per il
responsabile economico del Pd Cesare Damiano "i dati Ocse
testimoniano che le retribuzioni nette dei lavoratori italiani
sono ben al disotto della media dei 30 paesi più
industrializzati. Questo dimostra quanto sarebbe necessario un
intervento del governo, con risorse fresche e aggiuntive per
potenziare il potere d’acquisto delle retribuzione e delle
pensioni". Se Paolo Ferrero del Prc parla di "dati
scioccanti", Daniele Capezzone del Pdl rileva: "Il governo
Berlusconi sta facendo i conti con una fase delicata a livello
internazionale, e, ciononostante, non ha messo le mani nelle
tasche degli italiani". ([email protected]).(ANSA).

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