7 Maggio 2010

Nuovi rialzi per la benzina verde

ROMA. Benzina sempre più cara, Italia ancora più in alto nella classifica dei convenienti, polemica petrolieri-consumatori (e anche tra le stesse associazioni) che non accenna a scemare. Il solito "copione" sul fronte carburanti è andato in scena nonostante il recente protocollo per la riforma del sistema distributivo, firmato da tutte le parti in causa con l’ obiettivo di portare l’ Italia in linea con i listini degli altri Paesi europei. Obiettivo che, stando alle prime rilevazioni del neonato Osservatorio lanciato dalla Figisc-Confcommercio, sembra per il momento allontanarsi. Lo studio dimostra infatti che, considerando il prezzo ufficiale diffuso lunedì scorso dal ministero dello Sviluppo economico, l’ Italia, con 1,405 euro, si piazza al settimo posto tra i Paesi più cari, contro il decimo posto della settimana precedente. Peggio vanno le cose nella graduatoria relativa al gasolio, dove l’ Italia si colloca in sesta posizione. Lo stacco con la media dell’ Ue a 27 è notevole: per la verde c’ è una differenza di oltre 11 centesimi e per il diesel di circa nove. Quella italiana, insomma, è una delle piazze più care d’ Europa per gli automobilisti: e gli aumenti, complice anche un cambio euro/dollaro sempre più sfavorevole, non accennano a fermarsi. Di ieri il ritocco della Shell, che ha rialzato la verde di 0,5 centesimi a 1,142 euro, il massimo tra tutti i marchi. Si tratta, dicono all’ unisono Unione petrolifera e Figisc, di rincari in linea con le quotazioni internazionali dei prodotti derivati, ma puntuale è scattata la protesta dei consumatori: Codacons e Adoc annunciano un ricorso al Tar.

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