4 Marzo 2012

Nuove accuse al comandante Schettino

Nuove accuse al comandante Schettino


GROSSETO – Acque mosse all’ udienza per l’ incidente probatorio sulla “scatola nera” della nave Costa Concordia: mentre il giudice per le indagini preliminari Valeria Montesarchio ha articolato in 50 dettagliati punti il quesito cui i periti dovranno rispondere esaminando la “scatola nera”, il procuratore Francesco Verusio ha aggiunto, a sorpresa, a carico di Schettino e di parte dei co-indagati, la contestazione del reato di distruzione di habitat in sito protetto. L’ udienza ha così marcato altri confini dell’ inchiesta che dovrà spiegare come e perché il comandante Francesco Schettino portò la sua nave sugli scogli del Giglio facendola semiaffondare con 4.229 persone a bordo. Un aiuto a chiarire le circostanze del naufragio arriverà dal poderoso quesito formulato dal gip Montesarchio ai periti e su cui si misureranno anche i consulenti delle parti. Quesito che ha messo d’ accordo tutti: in aula i rilievi sono stati pochissimi e le eccezioni quasi ‘zero’. Il gip cerca dai periti tutte le risposte necessarie a chiarire il perché del naufragio – la perizia innanzitutto mira a verificare questa ipotesi di reato -, a stabilire che navigazione ci fu quella sera, che rotta si tenne, a che velocità e quali gravi avarie provocò l’ urto contro gli scogli al punto da rendere ingovernabile la nave. Dalla scatola nera – l’ apparato di strumenti di bordo della Costa Concordia che ha registrato tutto – vuole anche sapere i comportamenti degli ufficiali, le comunicazioni a bordo e quelle verso terra. Vuol sapere la gestione dell’ emergenza e delle operazioni di salvataggio di chi era a bordo. Vuol conoscere la tempistica, le reazioni della meccanica della nave, cosa dicevano i radar tra le 21 e le 23. La maxiudienza apre adesso una battaglia legale di cui si sono viste le prime scaramucce. Vero fulmine a ciel sereno la nuova ipotesi di accusa per Schettino e gli altri ufficiali a bordo della Costa Concordia. Il procuratore Francesco Verusio ha enunciato anche il 733 bis del codice penale tra i reati dell’ inchiesta: distruzione o deterioriamento di habitat in sito naturale protetto per aver strappato via lo scoglio de Le Scole e aver danneggiato il fondale davanti al porto del Giglio. Accusa che si aggiunge alle altre: omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di nave (questa per il solo Schettino), abbandono di persone incapaci, lesioni, omesse comunicazioni di quanto stava succedendo. L’ avvocato Bruno Leporatti, in una conferenza stampa, ha invitato però tutti a frenare: «Dove è avvenuto l’ incidente e dove c’ è il definitivo posizionamento della nave non ci risulta zona sottoposta a Parco dell’ Arcipelago Toscano». Lo stesso Leporatti in aula ha agito discutendo le questioni preliminari ottenendo di far togliere dall’ elenco delle parti offese le associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente e Lipu, i comitati dei cittadini, il Codacons. Il gip Montesarchio le ha estromesse dalla perizia. L’ avvocato Giulia Bongiorno, invece, ha eccepito la presenza della Costa spa come parte offesa tanto che il gip, pur mantenendo la compagnia nell’ incidente probatorio, l’ ha declassata a parte danneggiata, come ha spiegato l’ avvocato della Costa Marco De Luca. La discussione della perizia il 21 luglio.


 

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