NOZZE GAY: NUOVA BATOSTA PER IL MINISTRO ALFANO
TAR LAZIO
ACCOGLIE OGGI UN ALTRO RICORSO DEL CODACONS E BOCCIA IN MODO DEFINITIVO
L’ATTIVITA’ DEL MINISTERO DELL’INTERNO SULLE TRASCRIZIONI
DOPO
DECISIONE TAR, ASSOCIAZIONE DENUNCIA PER ABUSO DI ATTI D’UFFICIO ALFANO E
TUTTI I PREFETTI CHE HANNO CONTESTATO LE TRASCRIZIONI
Nuova batosta in materia di nozze gay per il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il Tar del Lazio, infatti, dopo la decisione dei giorni scorsi con la quale ha bocciato la circolare del ministero sulle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero, ha accolto oggi un altro ricorso presentato in materia dal Codacons in difesa di alcune coppie omosessuali che contestavano il provvedimento di Alfano.
Con una sentenza durissima nei confronti del Ministero dell’Interno, i giudici della sezione prima ter del tribunale smontano punto per punto le tesi della difesa, riconoscendo come l’argomento “nozze gay” riguardi indistintamente tutti i cittadini e, pertanto, legittimi il Codacons ad intervenire contro la P.A.
Si legge nel provvedimento del Tar:
“La circolare impugnata, dettando direttive in ordine alla tenuta dei registri dello stato civile, con particolare riferimento alla trascrizione dei matrimoni omosessuali, è idonea ad incidere sulla fruizione da parte dei cittadini del relativo servizio. ebbene il Codacons p legittimato, per statuto, ad agire in giudizio in difesa e a tutela del diritto dei cittadini alla corretta gestione da parte della P.A. del suddetto servizio pubblico, in quanto ente esponenziale dei diritti degli utenti sei servizi pubblici, tra i quali rientra anche quello relativo alla corretta amministrazione dei registri relativi allo stato civile”.
Nel merito poi della legittimità della circolare Alfano, il Tar scrive:
“La disciplina dello stato civile prevede che “Nessuna annotazione può essere fatta sopra un atto già iscritto nei registri se non è disposta per legge ovvero non è ordinata dall’autorità giudiziaria” […] Dal tenore dell’insieme di tali disposizioni si evince che il sistema dello stato civile prevede puntuali possibilità di intervento sui registri dello stato civile, tra cui non è compresa quella posta in essere dal Prefetto di Roma. In sostanza, dalle norme richiamate di evince che un intervento quale quello posto in essere nel caso di specie dall’Amministrazione centrale, compete solo all’Autorità giudiziaria. […] Quindi una trascrizione nel Registro degli atti di matrimonio può essere espunta e/o rettificata solo in forza di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria e non anche adottando un provvedimento amministrativo da parte dell’Amministrazione centrale, neanche esercitando il potere di sovra ordinazione che, effettivamente, il Ministro dell’Interno vanta sul sindaco in tema di stato civile”.
“Ora, a seguito della decisione del Tar che ha accolto il ricorso del Codacons e di alcune coppie omosessuali che si erano affidate alla nostra associazione, stiamo preparando una denuncia contro il Ministro dell’Interno Alfano e contro i Prefetti che hanno contestato le trascrizioni registrate dai sindaci, affinché si valuti se il loro comportamento possa configurare, alla luce di quanto scrivono i giudici, la fattispecie di abuso di atti d’ufficio” – dichiara il Presidente Carlo Rienzi.
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