Nozze gay, le grandi città in rivolta contro Alfano
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- Libero
ROMA nnnI sindaci di Bologna, Napoli e Milano. Ma non solo: contro Angelino Alfano e la sua circolare per invitare i prefetti a cancellare dai registri dello Stato civile le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’ estero, si schierano anche i primi cittadini di Roma e Palermo. Quella di Ignazio Marino e Leoluca Orlando è una vera e proprio sfida al ministro dell’ Interno. I due sindaci, infatti, in barba alle prescrizioni del Viminale, annunciano che nei prossimi giorni provvederanno ad emanare le ordinanze che autorizzano le rispettive anagrafi a trascrivere nei registri i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Intanto il Codacons annuncia un ricorso collettivo gratuito al Tar del Lazio per ottenere l’ annullamento della circolare. «Io vado avanti. L’ amore deve vincere su tutto», ribadisce Marino. Il sindaco di Roma è pronto ad agire: entro la fine della settimana potrebbe arrivare l’ ordinanza. «Mi auguro che nei prossimi giorni l’ assemblea capitolina arrivi finalmente a istituire il registro delle unioni civili nella nostra città», fa sapere Alessandra Cattoi, assessore alle Pari opportunità del Campidoglio. Lo stesso promette, da Palermo, Orlando. L’ assessore alla Partecipazione e ai Servizi demografici ha inviato una nota al dirigente dello Stato civile con l’ indicazione di «predisporre tutte le procedure al fine di garantire la trascrizione dei matrimoni». «Una circolare non può annullare la tutela dei diritti umani», rincara la dose Orlando. Rispetto alle trascrizioni già effettuate, come a Bologna, si tratta di un salto di qualità. Perché la registrazione delle unioni omosessuali avverrebbe dopo il divieto fissato dal Viminale. Per questo al ministero dell’ Interno giudicano propagandistica la mossa di Marino e Orlando. In questo caso i prefetti, autorizzati in forza della circolare a cancellare d’ ufficio le trascrizioni delle nozze gay, sarebbero ulteriormente legittimati ad annullare d’ ufficio gli atti. Come extrema ratio anche ricorrendo, una volta scaduto un ultimatum che sarà inviato ai sindaci ribelli, all’ aiuto dell’ autorità giudiziaria. Un muro contro muro che Piero Fassino, presidente dell’ Anci e sindaco di Torino, punta a evitare: «Chiedo un incontro urgente al presidente del Consiglio e al ministro Alfano per assumere un orientamento chiaro e comune in materia». Per Fassino, infatti, la «trascrizione delle unioni coniugali contratte all’ estero è materia troppo delicata per essere lasciata al caso per caso. Né, d’ altra parte, si può accettare di affidare tale materia a ordinanze prefettizie». Ieri Alfano è tornato sulla decisione assunta martedì: «Quello che mi ha impressionato è che mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita». Ma il titolare del Viminale non arretra: «I prefetti annulleranno gli atti di trascrizione». Nessun timore per le insubordinazioni dei sindaci: «Su 8mila, si sono espressi in sei, otto, dieci. Non li ho contati…». Alfano difende la sua mossa: «Non siamo oscurantisti e siamo rispettosi dell’ affettività di tutti, ma la famiglia non si tocca: il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna». E mentre non si placa lo scontro nel governo – per il sottosegretario Ivan Scalfarotto quella di Alfano è stata «un’ uscita improvvida» – da Forza Italia dà manforte al ministro, in polemica con le aperture di altri esponenti del suo partito, Maurizio Gasparri: «Partito liberale non ha pensiero unico. Famiglia è uomo-donna. Rispettare le leggi vigenti. No a matrimoni e adozioni gay».
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Tags: Angelino Alfano, nozze gay, Tar del Lazio