2 Novembre 2014

Nozze gay, il sindaco sfida la Prefettura: sì a nuove trascrizioni

Nozze gay, il sindaco sfida la Prefettura: sì a nuove trascrizioni

IL CASO Qualora ce ne fossero delle altre? «Procederò con nuove trascrizioni». Ignazio Marino non solo non arretra di un millimetro, ma mette ulteriore legna sul fuoco delle polemiche. Si parla sempre di matrimoni gay registrati all’ estero e trascritti a Roma, e il sindaco, non curante dello scontro totale con la prefettura, rilancia: se ci saranno nuove domande, procederò con nuovi atti. E in effetti, l’ ufficio anagrafe del Campidoglio sta lavorando le pratiche delle unioni gay rimaste fuori dalla cerimonia del 18 ottobre scorso. Anche se in attesa di capire il destino dei primi sedici matrimoni, difficilmente il Comune si andrà a ficcare in un altro imbuto legislativo. Basta quello già presente. E prima c’ è da risolvere il caso scoppiato venerdì. Il prefetto Giuseppe Pecoraro con un decreto ha annullato di fatto le nozze registrate nella sala della Protomoteca, imponendo al sindaco o a un qualsiasi funzionario dell’ anagrafe «di provvedere con gli adempimenti conseguenti». E cioè allegare al registro il decreto arrivato da Palazzo Valentini. LA LINEA Ma il sindaco ha detto no: non muoverà una paglia e nel frattempo ha dato mandato agli uffici legali di Palazzo Senatorio di studiare un ricorso, il più efficace possibile. Che secondo quanto scrive la prefettura può prendere due binari: il Tar (entro sessanta giorni) o la presidenza della Repubblica (entro 120). E qui c’ è da registrare la posizione di Marino di ieri, a margine della messa del Papa al Verano: sono pronto ad altre registrazioni. «Anche sulla base della carta dei diritti dell’ Ue è proibito discriminare l’ omosessualità – ha aggiunto Marino -. Non vedo per quale motivo l’ Italia non dovrebbe rispettare quei principi che l’ Italia ha voluto e ha sancito». Da domani il Campidoglio si metterà al lavoro per trovare il grimaldello giuridico per bloccare l’ empasse creatasi dopo l’ intervento del Prefetto. Al quale il sindaco Marino ricorda sempre che «il suo compito principale è quello di rappresentare il Governo e occuparsi dell’ ordine pubblico nella nostra città». LA NORMATIVA Da Palazzo Valentini, però, controbattono con un ragionamento che non fa una piega: ci stiamo limitando a rispettare una circolare del Viminale che vieta questi atti perché privi di fondamento giuridico a livello nazionale. Ma con un ministro dell’ interno del Pd, al posto di Angelino Alfano leader di Ncd, sarebbe stato diverso? «Io penso che il Partito democratico con il suo leader si sia espresso molto chiaramente». E cioè che il Governo Renzi intende regolamentare le unioni civili ricalcando il modello tedesco. A criticare la scelta di Marino è Giacomo Portas, leader dei Moderati eletto alla Camera nel Pd. «Cerca lo scontro duro e puro. Mi sembra che gli interessi di più il ritorno d’ immagine che la sostanza». Infine, c’ è il Codacons pronto a impugnare il decreto del prefetto. «Le motivazioni contenute nell’ ordine di Pecoraro – dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi – appaiono in palese contrasto con le disposizioni comunitarie». Simone Canettieri © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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