Nove aspiranti alla fascia la continuità e l’alternativa
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fonte:
- Il Mattino
Salerno M `L’identikit,i percorsi, le idee ed i progetti di coloro che intendono governare la città Una fascia per nove contendenti. C’è chi prova a tenerla stretta in nome di una continuità amministrativa che permetterebbe di «portare a compimento quanto messo in atto». E c’è chi tenta di sfilargliela proprio per interrompere quella continuità che va avanti da trent’anni. Enzo Napoli contro tutti. E tutti contro Enzo Napoli. Ma se cinque anni fa il successore di Vincenzo De Luca (allora sindaco facente funzioni) si trovava di fronte un centrodestra ultra frammentato e coalizioni assai modeste, stavolta dovrà vedersela con un centrodestra compatto a sostegno del penalista Michele Sarno e un centrosinistra antideluchiano (o deluchiano deluso) che ha trovato nella dirigente scolastica Elisabetta Barone la sua guida. Una competizione dal risultato non scontato. Una battaglia che, al di là dei risultati delle liste, si deciderà intorno ai candidati sindaco. Il 70,5% dei consensi che incoronò Napoli nel 2016 sembra lontano. Classe 1950, l’architetto del Pd con un lungo trascorso da socialista ha interpretato il suo ruolo in totale continuità rispetto al passato non solo senza farne mistero ma dichiarando più volte di essere un «uomo di servizio». Lui, che prima di essere sindaco era stato capostaff di De Luca, è stato più volte accusato di non essersi mai scrollato di dosso il ruolo di facente funzioni del governatore campano. Atteggiamento che gli ha attirato le critiche dell’opposizione e di parte della sua stessa maggioranza. Sono ben sette i consiglieri comunali che hanno abbandonato la squadra, rimpinguando fino a raddoppiare la sparuta opposizione uscita dalle urne. I CONTI Ed è proprio con parte dei fuoriusciti che Napoli dovrà fare i conti. È da loro che è nata l’idea di una coalizione civica di ispirazione di centrosinistra in grado di contrastarlo. Il nome di Elisabetta Barone, individuata proprio dai consiglieri uscenti di Azione, è arrivato dopo mesi di incontri, confronti e scontri. La dirigente scolastica del liceo Alfano I, dottore di ricerca in Etica e filosofia politico-giuridica e fortemente legata al mondo cattolico, è riuscita a compattare diverse anime del centrosinistra (da Leu a Sinistra Italiana, da parte dei Verdi al Pd che non si riconosce in De Luca e nel partito salernitano)ea portare in coalizione anche il M5S5. Unico a defilarsi dalla coalizione, malgrado i tentativi di unità, è stato Gianpaolo Lambiase. L’architetto, in nome di una radicata ideologia di sinistra, punta tutto sulla sua lista. Diverso il percorso di Michele Sarno. Quando, un anno fa, l’avvocato e presidente emerito della Camera Penale annunciò la sua candidatura a sindaco di Salerno, la proposta sembrava destinata a naufragare. Ma il deputato Edmondo Cirielli, puntando su di lui con Fratelli d’Italia, ha cambiato il destino delle cose. A Sarno si sono accodate anche la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia. Malgrado entrambi i partiti, attraverso i propri consiglieri comunali Dante Santoro e Roberto Celano, avessero strizzato l’occhio all’avvocato Antonio Cammarota, fino a fare per lui un vero e proprio endorsement. Ma tant’èè. Cammarota non si è ti-rato indietro e, senza rinnegare di essere un uomo di destra, punta al consiglio confidando su tre liste civiche. Con i suoi 38 anni, Simona Libera Scocozza è la candidata sindaco più giovane. Avvocato penalista, porta avanti la causa di un gruppo di grillini delusi dal nuovo corso del M5S5 e in rotta con i parlamentari salernitani. Oreste Agosto, l’avvocato di Italia Nostra, è invece l’uomo su cui punta lo storico gruppo Facebook Figli delle Chiancarelle, in campo per portare dal web all’aula di consiglio le loro battaglie. Se Maurizio Basso è l’agente immobiliare che per primo ha proposto la sua candidatura, Anna Maria Minotti è la bancaria che, sbucata all’ultimo momento, è espressione di famiglie con ragazzi con disturbi dello spettro autistico per portare l’autismo al centro del dibattito.
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