• BARI. Settantotto giorni dopo il naufragio che costò la vita a 11 persone (18 ancora dispersi) non ci sono notizie certe sul disastro del Norman Atlantic. Le risposte potrebbero essere contenute nelle scatole nere recuperate dalla magistratura barese a bordo del relitto. I dati però al momento risultano illeggibili. Forse, temono i difensori dei naufraghi, del tutto assenti. Per chiarimenti e richieste su questi accertamenti, ieri i legali del Codacons, l’ as sociazione che rappresenta una decina di superstiti del naufragio del 28 dicembre scorso, e il coordinatore dello staff tecnico, il professor Bruno Neri dell’ Università di Pisa, hanno incontrato il pm di Bari Federico Perrone Capano che insieme al collega Ettore Cardinali coordina l’ indagine. «La scatola nera – ha spiegato Neri – contiene una serie di informazioni tra cui le registrazioni audio dei dati giunti nella plancia della nave. Questi dati, come è noto, sono risultati assenti e la speranza è che possano essere conservati in un hard disk di cui sin dall’ inizio delle indagini avevamo chiesto venisse fatta copia. Tale hard disk è stato recuperato ma presenta dei problemi, allora verrà probabilmente inviato a una ditta specializzata in California che potrebbe riuscire a tirare fuori altri dati utili alle indagini». Oltre a questa copia forense, il Codacons ha chiesto agli inquirenti baresi la «messa in sicurezza di tutti i sistemi di automazione che a bordo della nave gestiscono motori, generatore di emergenza, porte stagne, porte tagliafuoco, ascensori, ventole di raffreddamento e allarmi e che saranno utili a ricostruire l’ esatta dinamica dei fatti, dall’ incendio all’ evacuazio ne», nella convinzione che “emergeranno dalle indagini altre responsabilità». «L’ associazione – ha concluso l’ avvocato Rienzi – sta inoltre proseguendo le trattative con la compagnia Anek (noleggiatrice del traghetto, ndr) per giungere alla definizione di un risarcimento in favore dei naufraghi». [i.mas.]

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