«Non è solo un caffè, la tazzina è un servizio»
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- Libertà
confesercenti difende l’ aumento di 20 centesimi: nel prezzo zucchero, latte, tv. esposto del codacons a procura e antitrust.
Guai a dire che sono solo sette grammi di caffè. Dentro una “tazzulella ?e cafè” c’ è molto di più: «Noi non vendiamo un caffè, offriamo un servizio» è il commento di Guido Martucci, barista di vecchia data che ieri non è voluto mancare all’ assemblea pubblica organizzata da Confesercenti Piacenza per presentare il nuovo listino prezzi. In quel “servizio” Martucci e tutti gli altri – «troppo pochi» fanno notare i partecipanti, «per un incontro in cui si presentano le proposte di aumento che ci riguardano tutti» – mettono dentro «i cinque tipi di zucchero e i costi delle utenze in continua impennata, il latte che rispetto a due mesi fa è cresciuto di 50 centesimi nel trasporto e la possibilità di usufruire di televisione e radio con i conseguenti costi di canone e Siae». «L’ aumento di 20 centesimi sul caffè, alla luce di tutto questo, non è insensato: a ognuno la decisione di applicarlo o no, dato che non è obbligatorio» ha spiegato il direttore di Confesercenti Fausto Arzani, «noi chiediamo semplicemente che venga esposto il listino dei prezzi con quello consigliato da noi e quello effettivamente scelto dagli esercenti. Abbiamo ricevuto delle critiche, ma vogliamo portare sotto i riflettori l’ effettiva redditività dei bar, l’ aumento delle utenze e dei costi in genere con cui dobbiamo fare i conti, i problemi di sicurezza che attualmente ci sono». E a confermarlo è anche Raffaele Mazzoni. L’ aumento previsto e applicabile dal 1° giugno riguarderà non solo il caffè, ma anche il decaffeinato (che passa a 1,20 euro), il cappuccino (che sale a 1,50 come i the e le camomille) e il caffè shakerato (che raggiunge la cifra di 2,50 euro come le bibite); crescono anche i superalcolici e arrivano a 2,80 euro le spremute di agrumi, mentre nessuna indicazione viene data su cioccolate e birre in lattina o alla spina. «Bisogna organizzarsi» dichiarano i baristi, «tutto è aumentato: i fornitori ora hanno aggiunto 5 euro sul trasporto e rispetto a due mesi fa il latte è passato da un euro a 1,52. Questo era un aumento da fare cinque anni fa: se oggi lo facciamo è perchè non ci stiamo più dentro». Nell’ occhio del ciclone finiscono le liberalizzazioni, le stesse che portano 4 bar ad aprire nel raggio di pochi metri e le tabaccherie a vendere le lattine da 33 cl a un euro rispetto ai 2 del bar, come testimonia Vanessa Bolzoni. Il Codacons intanto annuncia che presenterà un esposto all’ Antitrust e alla procura di Roma, perché il rischio è che, dopo Piacenza, «anche altre organizzazioni di categoria o altre città rilancino questa proposta, favorendo così cartelli e intese anticoncorrenziali anche nel resto del Paese». Per il Codacons, l’ aumento della tazzina da caffè «sarebbe assolutamente ingiustificato e rappresenterebbe un enorme danno per i consumatori considerato il momento di crisi attuale e l’ elevato consumo di caffé espresso da parte degli italiani». Betty Paraboschi.
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