10 Agosto 2017

«Non puoi fare la commessa da me Sei fidanzata con un ragazzo nero»

Ô «Per me puoi anche uscire con il mostro di Firenze ma permettimi di non affidare la cassa del mio negozio a chi divide la sua vita con un africano». Con questa motivazione un commerciante torinese ha rifiutato il posto da commessa a Chiara, una 18enne “colpevole” di essere fidanzata con un nigeriano. «Quando ho letto la sua risposta non ci volevo credere dice Chiara. che ha denunciato quanto avvenuto con un post su Internet – io e il mio ragazzo stiamo insieme da un anno e mezzo e prima di oggi non ci era mai capitato nessun episodio di razzismo». Chiara ha una difficile situazione famigliare alle spalle, che le ha anche impedito di terminare gli studi, con una sorella disabile e una mamma disoccupata. Proprio per questo ha bisogno di lavorare e l’ altro giorno ha pubblicato un annuncio su un gruppo Facebook: «Posso fare la commessa, la dog sitter e tante altre cose – dice – mi basta che sia un lavoro onesto». Dopo poco riceve una Ô Una class-action per chiedere a Meridiana un risarcimento per i disagi recati ai 180 passeggeri del volo Torino -Cagliari di martedì, con il vettore dichiarato non disponibile a pochi minuti dal decollo. Il Codacons ha già fatto sapere di aver chiesto un parere ai loro legali per dare avvio alle procedure per la richiesta di risarcimento. «Si tratta di un disservizio inaccettabile – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Proprio quando il servizio, nei giorni delle partenze degli italiani per le vacanze, dovrebbe essere più efficiente e puntuale, i passeggeri vengono costretti ad una odissea di 12 ore, addirittura, come sembrerebbe dalle testimonianze, senza ricevere la dovuta assistenza e le informazioni garantite per legge». Alcuni dei passeggeri hanno dovuto pagare una penale per il mancato ritiro dell’ automobile che avevano preso a noleggio a Cagliari. Altri, invece, hanno dovuto rinunciare a gite ed escursioni già programmate. Per il numero uno di Coda cons «i viaggiatori hanno diritto al risarcimento di tutti i danni subiti. Chi ha perso ore risposta dal proprietario di un negozio di musica che le chiede informazioni. Poi la doccia fredda: «Scusa ma ho guardato bene il tuo profilo Face book. Non sei la persona che sto cercando». Il motivo? «Non evidenziare il tuo rapporto». Il riferimento è chiaro: Chiara infatti nella foto di profilo è abbracciata al suo ragazzo, un nigeriano. Ne nasce un botta e risposta, sia in privato che su vari gruppi, condito da insulti al termine del quale il commerciante, conscio del clamore che la vicenda stava per scatenare, si cancella dal social network. A Chiara e al suo ragazzo resta l’ amarezza. Non solo per il posto di lavoro sfumato ma soprattutto per aver conosciuto per la prima volta il razzismo. «Siamo nel 2017, è ora che persone come lui cambino mentalità. Siamo tutti di vacanza o ha sostenuto spese ha diritto a vedersi rimborsati da Meridiana tutti i danni economici patiti. Occorre documentare le spese sostenute e i disagi subiti e avanzare richiesta scritta alla compagnia. E se Meridiana non accetterà di indennizzare in modo automatico i passeggeri, gli interessati potranno rivolgersi al Codacons per ottenere assistenza legale e citare in giudizio la compagnia». Meridiana, dal canto suo, ha precisato come il ritardo sia stato dovuto «a un imprevisto problema tecnico all’ aeromo bile. Abbiamo immediatamente cercato ogni possibile soluzione per riproteggere i passeggeri, per far loro raggiungere Cagliari prima possibile e comunque in giornata. Un aereo inoperativo nei giorni di picco di agosto non è facile da sostituire perché è pressoché impossibile trovare aerei a noleggio disponibili. A tutti i passeggeri il personale preposto in aeroporto ha offerto i pasti e assicurata ogni adeguata risposta alle richieste compatibili con la Carta dei diritti dei passeggeri». Claudio Martinelli uguali» dice adesso la 18enne che non esclude di ricorrere alle vie legali ma solo «se lui continuerà a insultarmi su Facebook». Di sicuro proseguirà la sua ricerca di lavoro, nojn solo per aiutare la famiglia ma anche perché «io e il mio ragazzo vorremmo andare a vivere insieme». Sulla vicenda è intervenuta la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia, Maria Luisa Coppa: «La storia delle nostre imprese è fatta anche da molti collaboratori immigrati, assunti per la loro voglia di lavorare, per le loro capacità professionali e con la speranza di offrire loro un futuro migliore – spiega la presidente – Rispetto e integrazione sono valori che animano le nostre attività e episodi come quello riportato non appartengono alla nostra cultura». Ancora più drastico il Codacons che chiede al sindaco Appendino di chiudere il negozio: «È evidente che un esercizio che incita al razzismo e pratica discriminazione sulla base del colore della pelle non risponde ai requisiti richiesti dalla legge per operare nel settore del commercio – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il grave comportamento dell’ esercente fa venire meno proprio il requisito della legalità, e rende doverosa la chiusura del negozio da parte del Comune».
claudio neve

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