“Non mi fermo, tornerò presto in piazza”
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- Messaggero Veneto
Oggi Pierluigi Chiarla, a tre giorni dal pestaggio che gli ha procurato ferite sul volto, lascerà il reparto di Medicina di urgenza del nosocomio di Udine per tornare a casa. Sua moglie Nicoletta è ora più tranquilla e riferisce di telefonate di solidarietà da parte di amici e conoscenti. «Lo hanno picchiato perché non voleva prendere quei farmaci» racconta la donna. «Mi hanno drogato» è infatti la versione di Chiarla: «se non inghiottivo le pastiglie mi sbattevano a terra», racconta dall’ospedale. «Erano professionisti» ipotizza ancora Chiarla. L’uomo che lo ha avvicinato con la scusa di riferirgli importanti informazioni su un delicato caso di appalti irregolari, che Chiarla sta seguendo per il Codacons, sarebbe italiano e, molto probabilmente di queste zone: «Mentre parlava infilava anche delle parole in friulano» afferma. Ma perché quei farmaci? «Non lo so, mi hanno dato 4-5 manciate di pasticche alla volta, ne avrò buttate giù un centinaio a forza di botte. Mi hanno detto: «Rompi troppo, comincia a farti gli affari tuoi». E’ poi rimasto nel parcheggio dello stadio, stando almeno al suo racconto, per 26 ore che a lui sono apparse molto più lunghe: «Ero seduto per terra immobile, faceva freddo non riuscivo a leggere l’ora, né a chiedere aiuto». Il presidente provinciale del Codacons è convinto che questa vicenda si leghi a un’inchiesta che sta effettuando, ma lascia aperte anche altre ipotesi. «Sto indagando su altri due delicati casi, ne ho parlato anche allo "Speaker Corner" che il Codacons tiene ogni venerdì pomeriggio in piazza San Giacomo. L’ultima volta ho denunciato i disservizi di una compagnia telefonica, facendo nomi e cognomi». «Non accetterò più appuntamenti se non in luoghi pubblici o nella sede del Codacons – conclude Chiarla -, ma a chi mi ha pestato dico: non mi fermo, presto mi rivedrete in piazza».
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