Non convince la nuova costruzione
- fonte:
- Il Quotidiano del Sud
di RAFFAELE SPADA TRA gli operatori stanno suscitando malumori alcune proposte definite fantasiose sull’ospedale di Lamezia Terme, mentre non si mettono a fuoco le reali esigenze della sanità lametina e calabrese, come la carenza di organico e personale. Soprattutto perché, a parere di medici «pensare a nuove costruzioni in un ospedale così esteso non risponde ai bisogni sanitari ma ad altri». Si parla, infatti, di realizzare un prefabbricato accanto all’area del Pronto soccorso, stravolgendo tutta l’area dell’urgenza emergenza, i cui lavori dovrebbero iniziare i primi giorni di febbraio e terminare per la fine di marzo a cura dell’esercito. Nei giorni scorsi, infatti, il coordinamento sanità 19 marzo ha incontrato il direttore dell’unità operativa gestione tecnico patrimoniale dell’Asp, ing. Maurizio Benvenuto e il responsabile dell’area tecnica tirrenica dell’Asp di Catanzaro geom. Pasquale Costanzo i quali hanno comunicato che i lavori dovrebbero iniziare i primi giorni di febbraio per la realizzare la struttura che conterrà sei posti per le cure/terapie intensive. Il prefabbricato sorgerà accanto all’area del Pronto soccorso, mentre i lavori dovrebbero terminare per la fine del mese di marzo e sarà l’esercito ad occuparsi della realizzazione del prefabbricato. Ciò in una fase in cui si aspetta la nomina del nuovo direttore generale dell’Asp, nominato da Roberto Occhiuto. Dunque, in un momento di “vacatio” dirigenziale amministrativo dove tutto è in alto mare. Così come accade per il consultorio familiare, la cui ristrutturazione pare fosse già stata finanziata, ma l’Asp ha sospeso tutto perché il Commissario ad acta alla Sanità Occhiuto avrebbe inserito la struttura del Distretto nelle case comunità con i fondi Pnrr.. Servirebbero, invece, medici, infermieri, operatori sociosanitari, il potenziamento della struttura sanitaria di prossimità, preoccuparsi della prevenzione, delle vaccinazioni e dei tampini.A proposito dei tamponi molti cittadini si sono lamentati dei notevoli ritardi sull’esito dei tamponi effettuati, ciò perché i tamponi lavorati in microbiologia sembra che siano inviati a Catanzaro e Cosenza. Ciò naturalmente provoca un forte intasamento e notevoli ritardi al presidio ospedaliero di Lamezia Terme e rivela il fondamento di una manovra che sempre più affossa la struttura ospedaliera di Lamezia. «Ciò di cui si parla – afferma Francesco Di Lieto, presidente Codacons – non sono che soluzioni tampone. Il tutto è a scapito della sanità pubblica. Tra qualche mese resteranno solo un ricordo. Noi abbiamo bisogno, piuttosto, di interventi strutturali che possano offrire ampie garanzie di servizi efficienti ai calabresi per l’oggi e soprattutto per il futuro. Sembra, invece, che si sia alla ricerca di soluzioni tampone, capaci di farci precipitare in una chiusura economicamente disastrosa ma che nello stesso tempo finiscano per non danneggiare i privati».
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