Non c`è accordo sulle domeniche di shopping
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fonte:
- Messaggero Veneto
Sindaci, associazioni dei consumatori e categorie in ordine sparso sulle regole per le aperture domenicali dei negozi. Il tavolo di concertazione, convocato ieri pomeriggio dall`assessore al Commercio, Enrico Bertossi, non ha consentito di individuare una soluzione unitaria. La palla passa ora ai sindaci che saranno chiamati a votare martedì 28 febbraio. A fronte della posizione di Ascom e sindacati, che chiedono l`applicazione di 8 aperture domenicali, oltre a quelle del mese di dicembre, per un totale di 12, Pordenone e Roveredo in Piano hanno invitato a una sperimentazione più ampia, con uno o due festivi ogni mese con i negozi aperti nel corso dell`anno. Comuni. Sono quelli che alla fine decideranno cosa fare e dalle posizioni più incerte. L`assessore al Commercio del Comune di Pordenone, Ennio Martin, ha proposto una sperimentazione più ampia rispetto a quella indicata da Ascom e sindacati, con l`indicazione, ad esempio, di una o due domeniche aperte ogni mese a scadenza prefissata (per esempio la prima e/o la terza). Alla fine i festivi con le serrande alzate potrebbero essere una ventina. “L`ampliamento delle aperture – ha detto Martin – non è devastante e comunque è una leggenda metropolitana affermare che i centri commerciali aperti nei festivi disgregano le famiglie: sono peggio tre ore passate davanti alla Tv che a passeggiare in un ipermercato“. Sulla stessa linea anche il sindaco di Roveredo in Piano, Renzo Liva, mentre l`assessore del Comune di Maniago, Anna Maria Poggioli, e il sindaco di San Quirino, Giuseppe Bressa, si sono detti a favore del meccanismo delle 8+4 domeniche. Una proposta fin troppo “liberalizzatrice“ secondo Massimo Fascina, assessore a Fiume Venete, per cui è già tanto immaginare 12 domeniche con i negozi aperti. Associazioni di categoria. Il presidente dell`Ascom, Alberto Marchiori, ha ribadito i contenuti dell`intesa con i sindacati, anche se si è detto disponibile a una mediazione. Di certo l`associazione è contraria alle discriminazioni, ovvero applicare regole diverse tra il centro e la periferia di Pordenone o tra il capoluogo e i comuni contermini. Dello stesso avviso anche Diego Simonetti, della Confesercenti, che ha però ammonito che su un`estensione delle aperture “non si può tornare indietro“. Sindacati. Si sono presentati compatti nel dichiararsi contro la deregulation che penalizza i lavoratori. Ad esprimersi Emanuele Iodice (Cgil), Mauro Agricola (Uil) e Paolo Deiuris (Cisl). Consumatori. Il quadro è frammentato. Lucia Bertagno, dell`Adiconsum, ha sostenuto le ragioni dell`accordo Ascom-sindacati, pur con possibili miglioramenti. Tamburini, della Federconsumatori, ritiene possibile qualche apertura domenicale in più, mentre Vitto Claut del Codacons è per la liberalizzazione assoluta, salvo che non ricada sulla limitazione delle tutele dei lavoratori e sui prezzi.
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