No alla “tassa salvabanche” Codacons: via alle denunce
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fonte:
- Messaggero Veneto
UDINE In arrivo la tassa sui salvataggi bancari, che sarà applicata sui conti correnti degli italiani. Alcune banche, infatti, stanno inviando comunicazioni ai propri correntisti, informando dell’ applicazione di questo nuovo e suggestivo balzello, il cui importo arriva a 25 euro, motivando tale scelta con la necessità di rientrare dei costi del “Fondo Nazionale di Risoluzione”. Secondo il Codacons si tratta di una tassa inaccettabile, contro la quale scatteranno una raffica di denunce. «Mentre i danni del terremoto sono pagati dai cittadini e non dalle banche, le conseguenze della mala gestione bancaria viene scaricata sugli italiani, attraverso tasse come quella imposta ora da alcuni istituti bancari. Se anche un solo euro dei soldi dei correntisti verrà prelevato dalle banche con questo nuovo balzello – avverte l’ associazione -, il Codacons non solo inviterà i clienti a chiudere i conti e ritirare i propri soldi, ma presenterà una serie di denunce in Procura alla luce della possibile fattispecie di appropriazione indebita». Intanto la Banca d’ Italia ha messo sotto controllo «il comportamento di alcune banche, nel ribaltare sulla clientela dei depositanti e dei correntisti i costi sostenuti per effetto delle crisi bancarie». Lo affermano fonti di Via Nazionale dopo l’ aumento dei costi dei conti correnti, deciso da alcune banche, per recuperare parte dei contributi che hanno consentito la sopravvivenza parziale di Banca Marche, Carichieti, Cariferrara e Banca Etruria. «La Banca d’ Italia opera e continuerà a operare al fine di assicurare che le norme sui rapporti banche-clienti approvate dal Parlamento italiano non siano eluse ma pienamente applicate», prosegue Bankitalia, sottolineando anche che «secondo la normativa, le banche possono cambiare condizioni contrattuali solo per giustificato motivo e informando clienti». Anche altre associazioni come Adusbef e Federconsumatori, hanno segnalato tentativi di andare all’ incasso da parte di alcuni istituti di credito che hanno scritto ai propri correntisti informandoli circa la proposta di modifica contrattuale con l’ aumento dei costi. Un comportamento ritenuto «inaccettabile» dai movimenti che hanno inviato gli assistiti a recarsi allo sportello per contestare l’ aggravio di costi e annunciare la “migrazione” verso altri istituti.
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