21 Luglio 2017

Niente stop alla domenica: c’ è sempre la deroga giusta

mezzi pesanti in viaggio anche nei festivi grazie a un intrico di norme. il tar del lazio: ogni città fa a modo suo
DI DEROGA in deroga, e così si va – in mancanza di nuove infrastrutture – verso il col lasso. Se le autostrade italia ne in meno di mezzo secolo sono più o meno raddoppia te di estensione, il traffico dei mezzi pesanti vi si è mol tiplicato di quasi sette volte. E le norme approvate negli ultimi anni per limitare il transito dei tir nei periodi fe stivi, in nome della sicurez za, sono state accompagnate da un diluvio di deroghe che di fatto le vanifica. Gli stop ai camion indicati sul calendario (consultabile anche sul sito di Autostrade per l’ Italia), che nel periodo estivo e in generale in occa sioni di domeniche o festivi tà scattano tra il mattino (dalle 7 alle 9 a seconda della stagione) e le 22 hanno un valore relativo, visto che ri guardano meno della metà dei mezzi pesanti in circola zione. Cominciando proprio dall’ estero: chi arriva dal confine di Stato viene esen tato per quattro ore dal di vieto, e lo stesso accade a chi vi è diretto. Analogo sconto tocca poi a chi si dirige da o per i porti con destinazione Sardegna o Sicilia, e ancora verso le aree intermodali, tutte al Nord (Bologna, Pa dova, Verona, Torino Or bassano, Rivalta Scrivia, Trento, Novara, Domodos sola, Parma, Busto Arsizio e Milano). Queste sono riduzioni, ma la grande maggioranza degli autotrasportatori può con tare su deroghe totali: l’ elenco delle categorie è sterminato. Oltre ai mezzi dello Stato e degli Enti locali (incluse le Poste, benché og gi sia una Spa), della Croce rossa, e quelli che si muovo no per interventi urgenti (acqua, gas, luce e autospur ghi), possono circolare libe ramente i mezzi del servizio radiotelevisivo (seppur per “comprovate ragioni di ser vizio), tutti quelli che tra sportano carburanti o com bustibili, animali da gara, ri cambi e rifornimenti per ae rei e navi mercantili, giornali, medicinali, latte fresco, liquidi alimentari in genere, acqua per uso do mestico o per animali, der rate alimentari deperibili, fiori recisi, semi vitali non ancora germogliati, pulcini destinati all’ allevamento, uova da cova, sottoprodotti derivanti dalla macellazio ne di animali. Ma non finisce qui perché fuori dai divieti vanno anche i veicoli destinati alle revi sioni, quelli che ritornano verso la sede dell’ impresa (entro i 50 chilometri), e tut ti quelli autorizzati specifi camente dal prefetto purché trasportino “prodotti che, per la loro intrinseca natura o per fattori climatici e sta gionali, sono soggetti ad un rapido deperimento” o de stinati all’ alimentazione de gli animali, e per finire i mez zi che trasportano materiali “legati a cicli continui di pro duzione industriale”, anche se solo in casi eccezionali. Senza poi contare chi fa il furbo: chi viola le norme ri schia multe da migliaia di euro, con la sospensione della patente e il blocco del mezzo, ma a vigilare sulla regolarità delle deroghe c’ è solo il pugno di pattuglie della Stradale che paziente mente monitorano gli oltre 6 mila chilometri di rete na zionale. E a tutto ciò si ag giunge un ricorso al Tar del Lazio del Codacons a cui il tribunale amministrativo ha risposto a giugno, chie dendo allo Stato maggiore chiarezza, e sottolineando le “disomogeneità, a livello lo cale, nel rilascio delle dero ghe”. Intanto però i tir in Italia sono sempre di più e si fer mano sempre di meno: complice la globalizzazione dell’ economia che chiede trasporti sempre più rapidi e frequenti mentre il nostro Paese, nonostante i reiterati annunci di strumenti alter nativi, dalle “autostrade del mare” alla “cura del ferro”, vede invece le opzioni inter modali molto indietro ri spetto alle altre nazioni eu ropee. Con un effetto di “strangolamento” delle reti viarie ogni giorno più grave.
alessandro palmesino

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