3 Luglio 2011

Niente specializzazione. E i “cervelli” fuggono

Niente specializzazione. E i «cervelli» fuggono
 

Fuga di cervelli dall’ Alma Mater. Non per andare all’ estero ma per trasferirsi in altri atenei italiani e completare il percorso di specializzazione. Ricercatori super esperti che sono formati sotto le Due Torri ma che l’ Ateneo si lascia sfuggire. Sono i laureati non medici che da tre anni non possono entrare nelle scuole di specializzazione dell’ area medica. Almeno a Bologna. Il nostro Ateneo infatti teme che anche qui possano partire ricorsi, come già avviene in altre parti d’ Italia, da parte dei non medici per ricevere lo stesso trattamento degli specializzandi medici, ovvero remunerazione e tutela previdenziale. Tradotto: milioni di euro da mettere in bilancio. Partiamo dall’ inizio. Le scuole di specialità della facoltà di Medicina che prevedono l’ accesso anche ai laureati non medici (biologi, chimici, fisici…) sono cinque: Microbiologia e virologia, Genetica medica, Scienze dell’ alimentazione, Patologia clinica e Fisica medica. Da tre anni, con l’ entrata in vigore del nuovo ordinamento, a Bologna sono stati emessi i bandi solo per i laureati in Medicina. Solo questi ultimi infatti hanno diritto un contratto di formazione che equivale a una sorta di stipendio, con contributi annessi. «Questo naturalmente crea creerà notevoli problemi – spiega Maria Carla Re, presidente della Commissione didattica scuole di specializzazione della facoltà di Medicina -, anche perché alcuni atenei italiani hanno bandito, determinando grande confusione a livello nazionale. Una linea di comportamento univoco sarebbe fondamentale. Alcuni dei nostri giovani, per poter proseguire il loro iter formativo, hanno deciso di fare l’ esame di ammissione in altri atenei, e devo sottolineare con successo, ma questo creerà disagi notevoli sia per seguire le lezioni che per la pratica» . -, perché questo comporamento schizofrenico degli Atenei? Per le conseguenze di un ricorso del Codacons al Tar del Lazio che ha acceso una speranza legale per l’ equiparazione dello status dello specializzando non medico a quello medico. Il comitato dei consumatori sta raccogliendo adesioni per una class action che ha gettato nel terrore diverse università. Alma Mater compresa. Che detta così la sua posizione: «L’ Ateneo di Bologna, caratterizzato dalla presenza di numerose scuole di specializzazione e di un elevato numero di specializzandi, ha sospeso in via temporanea i bandi per queste scuole, valutando responsabilmente di percorrere una linea prudenziale, che protegga il bilancio dell’ Ateneo dalle ripercussioni economiche di un possibile contenzioso di rilevanti dimensioni. L’ Ateneo si è attivato presso i ministeri competenti, la Crui (Conferenza dei rettori, ndr) e il Cun (Consiglio universitario nazionale, ndr) per ottenere le opportune revisioni normative» . Intanto le promesse della ricerca stanno per prendere il volo. «Sono giovani che varrebbe la pena non perdere – sottolinea Re, che ha posto più volte il problema ai vertici dell’ Ateneo -, perché rappresentano il futuro della nostra ricerca, che nonostante la esiguità delle risorse ha spesso gli onori della cronaca. Non permettere loro di completare percorso formativo porterà un grave danno non solo per loro, ma per tutti noi» . «Sono ragazzi su cui abbiamo investito tanto e che stanno facendo un’ ottima ricerca – aggiunge l’ ex presideMaria Paola Landini, membro del Consiglio superiore di sanità -, ho fatto presente il problema al ministro Ferruccio Fazio che mi ha detto che la soluzione sarà trovata. Ma purtroppo non per quest’ anno e così gli anni persi diventano tre e i ragazzi se ne vanno» . amaduzzi@rcs. it © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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