«Nessuno sembra pensare a quei morti»
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fonte:
- il Tirreno
Oggi è la volta della relazione fonica, quella che i periti del gip hanno affidato ai Ris dei carabinieri di Roma. In tutto, 333 pagine in cui sono stati trascritti i dialoghi registrati dal sistema Vdr della nave Concordia tra le 18 e le 23.36 del 13 gennaio. I sei specialisti del reparto fonico dei carabinieri hanno esaminato sei tracce audio. Voci maschili e (raramente) femminili si alternano a rumori e suoni di vario genere. Non sempre le conversazioni sono comprensibili, molte frasi sono pronunciate in dialetto campano stretto. di Pierluigi Sposato wGROSSETO Ma che tipo di imbarcazione è quella in cui risultano non funzionanti o mal funzionanti gran parte delle apparecchiature di sicurezza? E perché non vengono controllati gli apparati della nave gemella? E che scelta ha fatto la compagnia quando ha scelto un timoniere che non comprende bene gli ordini? «Sembra francamente eccessivo addossare al capitano, invece che alla compagnia, la scelta di un timoniere che non parla italiano (nonostante la lingua ufficiale a bordo sia l’ italiano) e, a quanto pare, non capisce bene nemmeno l’ inglese». Domande e osservazioni, tra le tante, che gli esperti del Codacons hanno rivolto nel lungo documento di critiche ai lavori dei quattro periti del gip Montesarchio. In 33 pagine, i consulenti tecnici dell’ associazione dei consumatori, guidati dall’ ingegner Bruno Neri, hanno fatto le pulci alle conclusioni depositate in Tribunale, ottenendo di essere talvolta ascoltati, come nel caso del’ ecoscandaglio che segnava 105 metri di profondità al momento dell’ impatto con lo scoglio affiorante. «I malfunzionamenti del generatore di emergenza sono gravissimi», scrivono tra l’ altro gli avvocati Rienzi e Leuzzi . Codacons ribalta la visione del lavoro data dai periti. Mette al centro le persone, più che la nave. I morti, più che i danni. Secondo l’ associazione sarebbe stato trascurato «volutamente ogni tentativo di gettare luce su tali dinamiche come se le morti fossero state una conseguenza ineluttabile dell’ impatto e del conseguente naufragio, come se le 32 persone che hanno perso la vita fossero state solidamente vincolate alla nave e costrette ad affondare e perire con essa». E invece le testimonianze portano in un’ altra direzione: «dell’ equipaggio nessuno aveva subito alcun danno o offesa alla sua integrità fisica probabilmente fino agli ultimi momenti di vita della nave prima che si adagiasse definitivamente e repentinamente sulla fiancata destra affondando per metà». Lo sbandamento viene visto come il momento focale: tra le 23,40 e 24 la nave si inclina irrimediabilmente e proprio quell’ arco di tempo non è coperto dalle registrazioni. Un’ anomalia perché «poiché risulta dalla stessa relazione peritale che la nave rimaneva illuminata fino alle 2 circa del 14 gennaio: se la Frm (la scatola nera) avesse funzionato, come doveva funzionare, avremmo avuto una copertura di ulteriori due ore, quindi fino alle 4 dello stesso giorno». Codacons contesta le definizioni di «danno imprevedibile» attribuite dagli esperti del gip ai macchinari, come nel caso «di un evento gravissimo per la sicurezza della nave: la perdita di controllo dei timoni», senza individuare le cause. «Anche i timoni, come le porte stagne, sono collegate al generatore di emergenza: anche i timoni vanno subito in fault, appena 90 secondi dopo l’ impatto. Perché?». Un’ ispezione sulla Serena, nave gemella, sarebbe doverosa secondo Codacons. Come anche un’ analisi sulle cause dello sbandamento. A giudizio di Neri, inoltre, «non è chiaro dalla risposta dove fosse allocato il quadro elettrico di emergenza e, in particolare, se tale allocazione fosse conforme a quanto prescritto dalle norme Solas. Addirittura, dalle trascrizioni audio si evincerebbe, sulla base di quanto dice il direttore di macchina Pilon che parla di quadro di emergenza allagato, che questo fosse posto al di sotto del ponte delle paratie, il che sarebbe in aperto contrasto con le norme Solas». Tutto o quasi viene liquidato dai periti come «non influente». Allora Codacons deduce che gli esperti del giudice ritengono «che i danni, probabilmente irreparabili sulla salute psichica di molti passeggeri dovuti ai numerosi momenti di panico innescati dai numerosi blackout, i quattro morti probabilmente precipitati nella tromba dell’ ascensore a causa di malfunzionamenti e mancanza di alimentazione agli impianti di sicurezza, la mancata disponibilità di un supporto decisionale per il capitano come il computer Napa (non correttamente alimentato), la quasi immediata perdita di controllo dei timoni, la mancata attivazione della pompa n.4, i malfunzionamenti registrati dalle porte stagne che (è probabile, anche se non certo) si sono riaperte nei momenti che hanno preceduto lo sbandamento sul lato destro, la perdita, infine, di 32 vite umane verificatasi, con ogni probabilità, a causa del repentino sbandamento finale della nave, tutti gli eventi, in definitiva, che hanno o comunque possono aver avuto come causa o concausa i malfunzionamenti del generatore di emergenz, siano da considerarsi ininfluenti sull’ esito finale del naufragio».
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