Nemmeno i saldi risollevano il commercio Il Codacons: “liberalizzare il periodo di sconti”
RIMINI – L’ estate sta finendo e a terminare ufficialmente sono anche i saldi. Come si poteva intuire dalle previsioni, i saldi estivi si sono conclusi anche in EmiliaRomagna con un bilancio negativo. Riduzione media delle vendite che va dal -6 al -8 per cento rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dai dati raccolti dal Codacons per gli sconti di fine stagione, iniziati il 5 luglio scorso. Complice la crisi, e forse anche il maltempo, le speranze riposte dai commercianti sui saldi sono state del tutto disattese. Non hanno aiutato nemmeno gli incentivi economici messi in campo dal Governo. “Il bonus da 80 euro in busta paga introdotto dal Governo Renzi – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – non ha fatto il miracolo e non ha spinto in alto le vendite in regime di saldi. Il settore dell’ abbigliamento soffre in modo particolare i tagli di spesa operati dalle famiglie, che dirottano gli acquisti solo su beni indispensabili e attendono periodi miglio ri per le altre spese”. Infatti, i dati dimostrano che meno di una famiglia su due (il 45% circa) ha approfittato dei saldi per fare qualche acquisto, scegliendo principalmente outlet e centri commerciali, mentre i negozi si tuati nelle periferie sono quelli che più di tutti hanno risentito del calo degli acquisti. L’ appello accorato dell’ associazione dei consumatori dell’ EmiliaRomagna si dirige verso Roma. “Ora il premier Renzi deve fare qualcosa per salvare il settore del commercio”, dichiara Rienzi. Da parte del Codacons anche idee concrete: “La prima mossa – conclude il presidente – è senza dubbio liberalizzare i saldi, così come avviene nel resto del mondo, in modo da creare molteplici occasioni d’ acquisto per i consumatori spalmate su tutto l’ anno e consentire ai negozianti di scegliere quando e come scontare la propria merce per attrarre clientela”. Senza dubbio sul fronte riminese ha influito anche l’ embargo russo. La delciata situazione politica tra il Paese e l’ Unione Europea si è ripercossa in modo particolare anche sull’ economia della riviera. Quelli russi restano i primi turisti dell’ area e anche quelli propensi, di solito, a spendere di più.
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