Nella Bergamasca registrati venti cani pericolosi
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fonte:
- Il Giorno
DA ILGIORNO.COM
BERGAMO – IL DRAMMATICO CASO dell’ anziana aggredita dal rottweiler del nipote sabato a Gaverina ha subito riaperto le polemiche sul problema dei cosiddetti "cani pericolosi", qualche anno fa espressamente indicati dal Ministero della Salute in un elenco che comprendeva diciassette razze e poi soppresso per lasciare spazio a una normativa (quella attualmente in vigore) più "soft", che presta attenzione, più che alle categorie generali, ai singoli animali definiti "difficilmente gestibili". UNA SCELTA CONTESTATA dal Codacons che, in proposito, proprio dopo il caso di Gaverina, ha chiesto anche le dimissioni del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, responsabile "di aver cancellato senza giustificazione la lista e i rimedi collegati". Il responsabile del Servizio Veterinario dell’ Asl di Bergamo, il dottor Paolo Antoniolli, preferisce tuttavia usare parole caute: "Su simili questioni – dichiara – è facile arrivare allo scontro, anche politico. La verità è che a monte della scelta del sottosegretario c’ è la convinzione, come si dice spesso, che "tutti i cani siano buoni" e che, quindi, maggiore attenzione debba essere dedicata ai padroni. Ha ragione, del resto, chi sostiene che quell’ elenco era basato su dati statistici e non su una precisa letteratura scientifica benché, personalmente, sia convinto che tale lista non fosse del tutto inutile". IL NODO, allora, riguarda piuttosto le modalità con cui l’ ordinanza attualmente in vigore, datata 23 marzo 2009, regolamenta le modalità d’ azione in caso di animali pericolosi: "Quando il veterinario, nel corso della sua attività, si trova di fronte a simili situazioni – spiega Antoniolli – oltre alla profilassi d’ obbligo, deve farne segnalazione all’ Asl, che provvede ad inserire il cane, indipendentemente da razza e taglia, in un apposito registro. Attualmente in Bergamasca ne compaiono una ventina. Nei loro confronti, il padrone è tenuto a rispettare determinati comportamenti, a cominciare dall’ obbligo del guinzaglio e della museruola nei luoghi pubblici". Come ricorda Antoniolli, però, c’ è un modo per superare questa fase: "Padrone e animale – dice – possono sottoporsi ad un corso di formazione e al relativo test finale: se l’ esito è positivo, le limitazioni possono venire revocate". Ma è proprio qui che nascono i problemi: "La legge – ricorda il veterinario – prevede che, oltre all’ Asl, nei corsi siano coinvolti i Comuni e le associazioni animaliste. Purtroppo, all’ atto pratico, la presenza di una molteplicità d’ attori non rende sempre facile il compito". IN OGNI CASO, qual è la prima regola da rispettare quando di fronte c’ è un animale che, per razza o, soprattutto, mole, può diventare pericoloso? "Personalmente – risponde Antoniolli – sono convinto dell’ importanza dell’ educazione del cane. Spesso, anche in buona fede, il padrone sbaglia. Occorrono, perciò, cautela e responsabilità, avendo anche il coraggio di fare un passo indietro quando è chiaro che il cane fraintende gli atteggiamenti di chi gli sta di fronte e quindi può diventare aggressivo. Anche a me è capitato, pur mosso dalle più buone intenzioni, di dover recedere quando mi sono reso conto dell’ impossibilità di costruire un rapporto positivo con il cane. Mi riferisco – conclude infine – a una riflessione generale, prescindendo naturalmente da ogni valutazione sul caso specifico di cui si stanno occupando le cronache".
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