7 Giugno 2010

Nel mirino finiscono gli stipendi dei calciatori

 Non solo i tagli – veri o presunti – agli stipendi di politici e presentatori Rai. Nel mirino del ministro della Semplificazione normativa, il leghista Roberto Calderoli, finiscono ora quelli dei calciatori. Calderoli, che annuncia la volontà di discutere degli emolumenti Rai al prossimo Consiglio dei ministri, invita esplcitamente le società e la stessa Federcalcio a «partecipare ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi» ridimensionando gli ingaggi dei giocatori. Una proposta, spiega il ministro, «per dare il buon esempio». Ma la reazione del mondo sportivo e politico non si fa attendere. La più dura arriva dal portiere della Nazionale, Gigi Buffon: «Se Calderoli mi dice dove dovrebbero andare i nostri possibili mancati introiti, magari ci potrei fare un pensierino. Non capisco come mai i politici cavalchino sempre l’onda dei Mondiali per fare certe sparate, per poi fare retromarcia se le cose vanno bene». «Sono problemi di Buffon – controreplica il ministro -: se il contributo alla manovra viene spontaneamente dai calciatori, ben venga. Diversamente faremo quello che potremo». Ma in casa azzurri la pensano tutti più o meno come il portiere. «Ma quali premi – dice Palombo – io pagherei per vincere il Mondiale». E il capitano Cannavaro chiosa: «Samo un Paese ridicolo». Non replica invece la Figc, già impegnata in una politica di contrazione delle spese anche se l’obiettivo del «salary cup», già da anni in vigore negli Stati Uniti (le spese del basket Nba e del baseball professionistico non possono superare un certo tetto) appare lontano. L’uscita di Calderoli, invece, non sembra piacere affatto al ministro della Difesa Ignazio La Russa che invita il collega «ad occuparsi di Padania». Per l’opposizione è solo una boutade per «distogliere l’attenzione da una manovra che colpisce i più deboli». La tesi di Calderoli è semplice: il mondo del calcio deve «partecipare ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi». Perciò, «in vista dei Mondiali» anche la Federcalcio dovrebbe «ridimensionare premi eventuali» ai calciatori. Anzi, spiega, «sarebbe un bel gesto se giocatori e Figc ne devolvessero parte a titolo onorifico». L’sponente leghista va oltre e sottolinea che «i Cip 6 hanno drogato il mercato», con riferimento tutt’altro che incomprensibile ai presidenti petrolieri. Il Cip6 è infatti un meccanismo per il quale chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al gestore ad un prezzo superiore a quello di mercato. E tra coloro che percepiscono gli incentivi ci sono le raffinerie petrolifere. Il bersaglio di Calderoli semrba essere dunque soprattutto Massimo Moratti, presidente dell’Inter e regista di campagne acquisti miliardarie. Ma non è l’unico: anche i presidenti della Sampdoria (Garrone) e della Roma (Sensi) appartengono allo stesso mondo, pur spendendo però molto meno per rinforzare le rispettive squadre. È proprio il riferimento all’Inter che provoca la reazione di La Russa, noto e sfegatato tifoso nerazzurro: «Calderoli lo preferisco molto di più come ministro che come commentatore sportivo – dice – anche perchè la sua conoscenza calcistica si limita alla vittoria della Padania su non so quale squadretta». Dall’opposizione, Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, sottolinea che se c’è qualcuno che deve «contribuire ai sacrifici che il governo chiede» sono «tutti quei multi-miliardari che giocano o posseggono società di calcio, a partire dal presidente del Consiglio». Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti pure del Pd ironizza: «Con la supplica di ridurre gli ingaggi ai calciatori, Calderoli involontariamente ammette che la manovra finanziaria scritta dal governo di cui fa parte, non colpisce la parte più facoltosa del Paese, ma solo i lavoratori a mille euro al mese». D’accordo con il ministro il Codacons mentre taglia corto Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori: «L’idea è buona, cominci a metterla in pratica Calderoli, rinunciando alle sue indennità».

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