22 Settembre 2021

Nel 2020 vanno giù reddito delle famiglie e potere d’acquisto

Nel 2020 scendono il reddito delle famiglie e il potere d’acquisto. Va su la propensione al risparmio, come conseguenza del crollo dei consumi determinato dal lockdown e dalle chiusure che hanno caratterizzato la prima primavera della pandemia.

I dati diffusi oggi dall’Istat preoccupano le associazioni dei consumatori perché potrebbero portare a ulteriori crolli dei consumi, considerato l’autunno caldo che si prospetta in termini di rincari e le conseguenze che già oggi ci sono per gli aumenti dei carburanti e per il timore del rialzo sulle bollette.

Istat: meno 2,6% per il potere d’acquisto

Nei conti economici nazionali (2018-2020) diffusi oggi, l’Istat mette insieme queste cifre: il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2020 una diminuzione del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d’acquisto. La contestuale marcata diminuzione dei consumi privati, crollati dell’11%, ha generato una crescita della propensione al risparmio delle famiglie passata al 15,6%, mentre nel 2019 era dell’8%.

La stima aggiornata dei conti nazionali, prosegue l’Istituto, «conferma la contrazione di entità eccezionale dell’economia nel 2020, con un tasso di variazione del Pil del -8,9% a fronte di un incremento dello 0,4% nel 2019».
I Consumatori e l’anno nero per le famiglie

Per l’Unione Nazionale Consumatori il dato più preoccupante, in prospettiva, non è il crollo del Pil o delle spese a meno 11%, perché la ragione è nota e attiene soprattutto al lockdown quindi è in via di recupero.

Come dice il presidente dell’associazione Massimiliano Dona, «è più allarmante, invece, la discesa del 2,9% del reddito disponibile delle famiglie e del loro potere d’acquisto (-2,6%), perché se questa flessione perdurasse anche nel 2021, allora ci sarebbero ripercussioni sulla ripresa dei consumi che rappresentano il 60% del Pil (57,35% secondo i dati di oggi a prezzi correnti). Per questo bisogna contrastare il rialzo dell’inflazione a cui stiamo assistendo ora per via del rincaro dei beni energetici (luce, gas e benzina), perché ha ulteriori effetti negativi sul potere d’acquisto degli italiani».

Il 2020, dice il Codacons, si conferma un “anno nero” per le famiglie che «sono uscite massacrate dalla pandemia subendo un tracollo delle proprie condizioni economiche».

I consumi sono crollati per 126 miliardi di euro. Potere d’acquisto e consumi potrebbero andare in caduta libera se venissero confermati i rincari sulle bollette energetiche e gli effetti a cascata sui listini dei prezzi e sulle tariffe.

«Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2020 una diminuzione del 2,9% in valore, mentre il potere d’acquisto è sceso del 2,6% – dice il presidente Carlo Rienzi – I consumi hanno subito un vero e proprio tracollo, con una diminuzione record del -11% su base annua. Dati che, tradotti in soldoni, equivalgono a minori consumi nel 2020 per complessivi 126 miliardi di euro e una minore spesa a famiglia che raggiunge quota 4.800 euro».

«E i numeri dell’Istat relativi alle condizioni economiche delle famiglie potrebbero, purtroppo, subire un nuovo peggioramento nei prossimi mesi: se infatti non sarà evitato l’aumento delle bollette luce e gas, e se non sarà messo un freno alla corsa dei prezzi delle materie prime e dei listini al dettaglio, potere d’acquisto e consumi dei cittadini potrebbero subire una caduta libera nel corso del 2022, con effetti a cascata sul Pil e sull’economia nazionale».

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