Necessari divieti e multe quando c`è pericolo
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fonte:
- La Nazione
E la legge resta al palo
Necessari divieti e multe quando c`è pericolo
SEI MORTI in due giorni: sul bianco della neve si stendono il nero del lutto e il giallo della polemica. Il Codacons chiede perché non è ancora stato reso obbligatorio, per chi vuole avventurarsi fuori pista, l`uso dell`Arva: è llo strumento capace di segnalare la presenza di sciatori sepolti da valanghe o slavine. Sembra dimenticata anche la legge per la sicurezza negli sport invernali. E non si sa bene che fine abbiano fatto le campagne informative: sono state annunciate tanto, ma viste poco. Ora, con le lacrime scorrono le domande. Una su tutte: erano state fatte ordinanze per impedire a chi è troppo entusiasta di affrontare il fuoripista in condizioni pericolosissime come quelle che si registrano in questi giorni? I bollettini indicano rischio 4 su una scala di 5. Significa che le probabilità di distacco naturale di masse di neve sono altissime. Passare con gli sci o con lo snowboard su crinali ammantati di neve fresca significa rompere l`equilibrio. E` come schiacciare un sassolino e provocare la caduta di una montagna. Restandoci chiusi dentro. OVVIO CHE OGNI tragedia fa storia per conto proprio, ma viene spontaneo chiedersi come mai, con un rischio 4, non sia scattato l`ordine perentorio di stop. Dovrebbero esserci cartelli agli impianti di risalita che indicano il pericolo e i sindaci hanno il compito di emettere ordinanze capaci di impedire l`accesso a quelle zone dove basta il fruscio degli sci per far precipitare pareti di neve. LA SICUREZZA in montagna va ripensata. E diventa imperativo per il Parlamento varare il disegno di legge approvato dal Governo poco prima dell`avvio della stagione invernale per dar corpo a quella legge quadro approvata qualche anno fa, che ha avuto l`effetto di tingere l`Italia come una pelle di leopardo: nel senso che alcune Regioni hanno recepito l`indicazione e si sono affrettate a dar vita ai regolamenti, altre no. DA QUI la necessità di una nuova legge uguale per tutto il territorio nazionale. Fa male constatare che siano necessari tanti morti per sollecitare i parlamentari a sbrigarsi, ma ora sono le stesse forze dell`ordine che aspettano un quadro di riferimento certo. Il dottor Giuseppe Volpe, direttore del Centro alpino di Moena della polizia, è allibito di fronte ai morti di sabato e di ieri. Dice: “I nostri agenti intervengono sempre quando si verificano situazioni di pericolo. Talvolta impugnando la legge e in altre occasioni richiamandosi al buon senso. Certo, non capisco perché, con un rischio 4, ossia quasi il massimo per quanto riguarda le valanghe, c`è chi si avventura fuori pista. Col rischio 4 si deve stare a casa. Capisco che la smania di sciare su neve fresca, in piena libertà, può essere forte. Ma chi conosce la montagna sa che basta poco per provocare grandi distacchi e grandi tragedie“. COME SI FA a garantire la sicurezza sulla neve? E` vero che la sorveglianza è aumentata e rispetto all`anno passato gli incidenti in pista sono diminuiti, ma bisogna fare di più. Altra domanda al dottor Volpe: lo skivelox sperimentato in Svizzera può essere utile in Italia? Risposta: “Le piste da sci non sono autostrade. In pista il problema non è la velocità, ma la capacità di ciascuno di muoversi senza danneggiare se stesso e gli altri. Un esempio? Per uno sciatore esperto andare a 30 all`ora non è un problema, mentre per un principiante può essere una velocità già pericolosa“. L`INVITO è a usare il buonsenso, a seguire i consigli dei maestri e delle guide. Ma è chiaro che occorre dare il via rapidamente a quel disegno di legge sulla sicurezza, approvato dal Governo il 30 ottobre, che può passare col voto trasversale di destra e sinistra:sistemi elettronici di controllo, potenziamento della segnaletica, ritiro dello skipass agli indisciplinati, vigilanza a carico dei gestori degli impianti. Sciare sicuri è interesse di tutti.
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