13 Agosto 2021

Multa a Trenitalia Poco “diligente” nel traffico pendolare

 

Multa Antitrust a Trenitalia poco ‘diligente’ nella gestione e nella programmazione del traffico dei pendolari sulla popolarissima Roma-Napoli-Caserta dopo le feste di Natale e Capodanno del 2020. La sanzione, da 2 milioni, è stata dimezzata dall’Autorità in considerazione della grave perdita economica subita dall’azienda nel 2020 a causa della pandemia. L’azienda fa sapere di prendere atto della sanzione ma “di aver adottato tutte le misure necessarie a soddisfare correttamente le esigenze della clientela pendolare, tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia”. Trenitalia era finita nel mirino dell’Autorità, dopo le segnalazioni dei consumatori sui giorni immediatamente precedenti alle festività di Natale nell’imminenza delle disposizioni di stop al traffico per l’emergenza Covid e poi alla ripresa. In pratica pochi posti rispetto al necessario nonostante gli abbonamenti, secondo le accuse, potessero dare una dimensione dei posti realmente necessari: risultato, passeggeri rimasti a terra in alcune occasioni. Ma mentre l’azienda è stata assolta per le accuse che riguardavano i giorni prefestivi, per quanto riguarda i giorni successivi al rientro delle vacanze, secondo l’Antitrust il comportamento di Trenitalia “che non ha gestito e programmato in modo adeguato la propria offerta in una delle tratte più interessate dal traffico pendolare” “integra una pratica commerciale scorretta in violazione dell’articolo 20 del Codice del Consumo”. “Una pratica -spiega l’Autorità- che è contraria alla diligenza professionale e che è idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore. In particolare, Trenitalia non ha predisposto una capacità di trasporto adeguata a soddisfare la domanda dei pendolari, cui aveva venduto un abbonamento, e non ha fornito altre misure informative o inerenti al sistema di prenotazione per offrire un adeguato servizio di trasporto a tale specifica categoria di viaggiatori e limitare quindi i prevedibili disagi, nonostante disponesse di tutti i dati per valutare la domanda di spostamenti da parte della clientela pendolare”. Plaudono i consumatori. L’Antitrust “ha messo il dito nella piaga dell’AV, servizio che è rimasto a mercato e, solo per concessione del gestore, riconosce i diritti basilari dei pendolari”, afferma Assoutenti; “da anni segnaliamo il netto squilibrio sul fronte degli investimenti e delle risorse tra Alta Velocità e treni pendolari”, afferma il Codacons; “Troppo spesso i pendolari viaggiano su carri bestiame, regolarmente in piedi, pressati come sardine, arrivando costantemente in ritardo. Ora hanno un’arma per far valere i loro diritti e ridurre i disagi quotidiani”, conclude l’Unione dei consumatori.

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