Mucca pazza, sfida al ticket
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fonte:
- Brescia Oggi
Mucca pazza, sfida al ticket
Roma. Una valanga di «no». Non piace la proposta del ticket per garantire la sicurezza della bistecca, lanciata dal ministro per le Politiche agricole Giovanni Alemanno. Lancia in resta partono i consumatori. «Siamo contrari – tuonano le associazioni Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – non solo per difendere il potere d?acquisto dei cittadini, ma perchè la sicurezza alimentare è un diritto che va difeso senza estemporanee tassazioni di settore». Invitando il ministro a ritirare la proposta, i consumatori chiedono piuttosto un aumento dei controlli sugli allevamenti per evitare «contaminazioni di farine animali vietate» e spingono perchè «una volta per tutte» si approdi all?anagrafe bovina, architrave della tracciabilità e dunque della sicurezza dell?intera filiera agroalimentare. «Invece di un ticket sulla carne – sottolinea Anna Bartolini, presidente del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti che rappresenta 13 associazioni di consumatori – sarebbe più importante inasprire le sanzioni per tutti coloro che sfuggono ai controlli». «Sarebbe una nuova tassa sul macinato – afferma Adiconsum – che i consumatori non intendono neppure prendere in considerazione. Per fare maggiore controlli sulla filiera delle carni esistono già tutte le strutture, ci sono i Nas, i Nac, le unità sanitarie. Ciò che manca è la volontà di fare i controlli». Contrari all?ipotesi di un intervento parafiscale per finanziare gli investimenti a favore della sicurezza si dicono anche gli agricoltori della Coldiretti. Il presidente Paolo Bedoni non lascia spazio a dubbi. «Per un Paese civile – ha dichiarato – difendere la salute è un dovere che va svolto con decisione, sistematicità e rigore nel tempo, a garanzia dei consumatori e delle imprese. Noi abbiamo scelto il patto con il consumatore come asse portante per la rigenerazione dell`agricoltura per rispondere alla domanda di qualità e di sicurezza che viene dai consumatori e dal mercato». «Senza pudore», chiosa l?ex ministro alla Sanità Rosy Bindi, «credo che nessuno ave sse mai immaginato che per assicurare la qualità si dovesse mettere una tassa sui consumi». E se Assocarni, al primo impatto giudica positiva l?idea di introdurre un prelievo parafiscale su ogni chilo di carne venduta per finanziare gli interventi sulla filiera, in serata è intervenuto il ministro Alemanno a mettere i puntini sulle «i»: «non vi è nessuna intenzione di imporre dall?alto provvedimenti che non trovino il consenso delle categorie produttive e dei consumatori – ha detto dal Cairo dove si trova per incontri politici e accordi di cooperazione -, ma faccio notare che molti di coloro che sono intervenuti sulla mia proposta non ne hanno compreso l?esatto significato».
Dunque, la minitassa – ha spiegato – non dovrebbe servire a garantire la sicurezza degli alimenti, «un diritto dei cittadini che deve essere garantito dalla fiscalità generale dello Stato, ma a trovare ulteriori stanziamenti per interventi strutturali necessari a tutta la filiera, per assicurare nel tempo il pieno controllo e la piena tracciabilità delle carni».
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