Mps: ex vertici a giudizio
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fonte:
- Giornale d`Italia
il gup ha accolto la richiesta di centinaia di azionisti, costituitisi parte civile report sulla stabilità
Gli ex vertici di Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, assieme allo stesso istituto di credito sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano. Il processo inizierà il 17 luglio. La Procura aveva chiesto per tutti gli imputati il proscioglimento. Le accuse sono di aggiotaggio e falso in bilancio sulla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria. Il gup Alessandra Del Corvo, quindi, non ha accolto le richieste dei pm e delle difese, ma quelle delle parti civili, ovvero circa 200 azionisti. Oltre a Fabrizio Viola e ad Alessandro Profumo sono stati rinviati a giudizio anche l’ ex presidente del collegio sindacale, Paolo Salvadori (solo per falso in bilancio, è caduto l’ aggiotaggio) e la stessa banca senese per la violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai dipendenti. Il pm, Stefano Civardi, aveva chiesto il proscioglimento per tutti, compresa la banca. Archiviata, invece, la posizione degli altri indagati tra cui gli ex vertici di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Alessandro Profumo si è detto “sorpreso” del rinvio a giudizio deciso dal gup di Milano e conferma “con determinazione di essere sereno per le scelte fatte in Mps”, hanno fatto sapere fonti vicine al top manager. “Dimostreremo di aver sempre operato correttamente nell’ interesse dell’ istituto e dei suoi azionisti, peraltro in stretta collaborazione con Banca d’ Italia e Consob, e riconfermo la mia totale fiducia nella magistratura”. Questo fascicolo era stato trasmesso nel luglio del 2016 da Siena al capoluogo lombardo per ragioni di competenza territoriale. Poi a settembre dello stesso anno, la Procura milanese aveva chiesto l’ archivia zione sia per le persone fisiche che per la banca motivandola con l'”estrema difficoltà” a ravvisare il dolo. A opporsi all’ epilogo giudiziario della vicenda erano stati il Codacons e centinaia di piccoli azionisti. Nel frattempo era intervenuto anche il procuratore generale, Felice Isnardi, che aveva disposto ulteriori accertamenti sulla posizione della banca senese, utilizzando la prerogativa dell”articolo 58 della legge 231 del 2001, che è quella di svolgere “gli accertamenti indispensabili e, qualora ritenga ne ricorrano le condizioni, contestare all’ ente le violazioni amministrative conse guenti al reato”, entro sei mesi dalla comunicazione del decreto di archiviazione della Procura. E nell’ ambito di questi approfondimenti condotti dalla Procura Generale, era stata eseguita anche una perizia tecnica sui derivati Santorini e Alexandria da cui sarebbero originate le perdite milionarie nascoste nei bilanci. Il dossier era stato redatto da due professori universitari esperti in materia. Il 21 aprile del 2017 il gup, Livio Antonello Cristofano, aveva disposto l’ imputazione coatta di Viola, Profumo e del presidente del collegio, Paolo Salvadori, procedimento poi riunito con quello a carico della sola banca.
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