Mps accetta il piano della Ue «Ce la faremo»
MILANO Il Montepaschi accetta la sfida: il piano di salvataggio «è molto difficile ma fattibile». Il vertice della banca senese e, in particolare, il Ceo Fabrizio Viola, vanno avanti col piano di ristrutturazione dettato dall’ Antitrust europeo in sintonia col ministero dell’ Economia. Un piano che tra i vari paletti imposti prevede una maxi-operazione in aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, che se dovesse fallire costringerà l’ istituto ad essere nazionalizzato. Dopo quasi tre ore di consiglio d’ amministrazione, quindi, è arrivata la risposta del board presieduto da Alessandro Profumo: Banca Monte dei Paschi è «fiduciosa di portare a termine con successo l’ elaborazione del nuovo piano e che lo stesso costituirà in futuro un elemento di attrattività nei confronti del mercato». A rincarare la dose di ottimismo è stato poi Viola: «Niente è impossibile, è molto difficile ma fattibile. Lavoriamo per farlo». Adesso, quindi, le linee guida, ieri illustrate al Cda, saranno studiate nel dettaglio. Il tutto dovrà essere pronto per il 24 settembre, giorno in cui è convocato il consiglio chiamato a deliberare il salvataggio e spedire il dossier a Bruxelles per il via libera definitivo. In particolare, la squadra guidata da Viola dovrà definire l’ entità del taglio costi – che dovrebbe avvenire attraverso un’ ulteriore riduzione del personale – e le modalità per far dimagrire il portafoglio Titoli di stato e derivati che ormai vale quasi 40 miliardi di euro. A tutto questo si somma la ricapitalizzazione riservata per far entrare nuovi soci. «Non mi preoccupo del risiko bancario, mi preoccupo di Mps», ha detto Viola, a chi gli chiedeva un commento sulle ipotesi di una possibile riapertura del risiko bancario proprio partendo dal Monte. «Lavoro perchè il piano sia realizzato e di ciò che succede intorno non mi preoccupo». Intanto, ieri, la Fisac è tornata in piazza per dire «no» ai tagli. Una decisione presa in disaccordo con gli altri sindacati di categoria (Fabi, Fiba, Uilca e Ugl) che hanno preso le distanze dalla Cgil. «Quello che chiediamo – ha detto Antonio Damiani, segretario Fisac di Siena, durante il presidio davanti alla sede in piazza Salimbeni – è riaprire le trattative, cosa assolutamente necessaria in un momento in cui il vecchio piano industriale è ormai superato». Sullo sfondo infine il Codacons che non depone l’ ascia di guerra e ha chiesto alle autorità competenti di accertare «se il Ministero dell’ economia e Mps abbiano diffuso informazioni omissive e fuorvianti al mercato» tra domenica e lunedì scorso.
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