Morta sull’ Ostiense,s’ indaga sulle buche
-
fonte:
- Il Tempo
manutenzione stradale la procura ipotizza il reato di omicidio colposo in altri due casi funzionari e dirigenti comunali sono finiti nel mirino dei pm
«Elena non c’ è più. Per un’ inspiegabile e assurda situazione, per un assurdo incidente, per le maledette buche di Roma mia figlia non c’ è più. È andata via con tutta la sua voglia di vivere, i suoi sorrisi, la sua caparbietà e la forza dirompente dei suoi 26 anni». Lo strazio di una madre che scri ve «qualcosa che mai avrei voluto scrivere, che mi devasta profondamente» viene cristallizzato in un post, su Facebook. Poche parole a cui fanno eco centinaia di commenti. Frasi accorate per comunicare a «tutte le persone che hanno conosciuto e amato Elena» che la ragazza non c’ è più: è rimasta vittima dell’ asfalto, alle 10,39, mentre percorreva con la sua Honda Hornet via Ostiense, all’ altezza del Cineland. Avrebbe compiuto 26 anni ad ottobre, ma ha percorso quella strada maledetta, già inserita dalla municipale nell’ elenco delle strade a rischio. Ha perso la vita mentre affrontava l’ asfalto rovinato, gli aghi di pino, le radici degli alberi che rovinano la carreggiata e un guardrail “sospetto” su cui si è schiantata dopo aver perso il controllo del mezzo. Elena Aubry entra a far parte dello spietato elenco delle vittime della strada: 49 nella Capitale dall’ inizio dell’ anno. Una strage su cui la procura di Roma, nel silenzio delle altre istituzioni, prova ad accendere i riflettori. Il caso della giovane centaura di Monteverde per il sostituto procuratore Laura Condemi è un omicidio colposo. Acquisirà foto, filmati, testimonianze. Disporrà l’ autopsia. Cer cherà di capire se ci sono responsabilità. Perché non si può continuare a morire così. «Da mesi denunciamo la grave situazione di degrado e di dissesto del manto stradaledel X municipio», afferma il vicepresidente Codacons, Giovanni Pignoloni, dopo aver depositato un esposto in cui si chiede di verificare responsabilità pubbliche e private, paventando diversi reati: «concorso in omicidio colposo, attentato alla sicurezza stradale, pericolo per la sicurezza e l’ incolumità pubblica». E ancora: «A fronte delle nostre denunce poco o nulla è stato fatto». I pm indagano. Come quando l’ inchiesta del magistrato Marcello Cascini portò fin dentro le stanze del Campidoglio. Il 22 dicembre 2016 la Suzuky di Francesco Caporale aveva viaggiato per l’ ultima volta in via Salaria, su una buca di 60 centimetri per 90, profonda 3 centimetri. Per questo po che settimane fa due funzionari del comune sono stati rinviati a giudizio: il dirigente dell’ ufficio per la manutenzione e il responsabile del terzo lotto non avrebbero fatto sistemare quella voragine. Lo scorso aprile invece il pm Francesca Passaniti ha chiuso le indagini a carico di 5 persone (tra responsabili del cantiere e pubblici funzionari) per la morte di un ven tenne sulla Cristoforo Colombo. Era il 2012 e viaggiava a bordo di uno scooter Honda, su una zona, illotto 6, costata oltre 8 milioni di euro. Tanti soldi per una strada che presentava una buca di «circa 50 cm di larghezza e 4 cm di profondità». Una trappola.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Tags: all, buche, Giovanni Pignoloni, roma, Via Ostiense, X Municipio