6 Ottobre 2010

Morta a 22 anni per setticemia, partono le inchieste

Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi sanitari regionali, Leoluca Orlando, "ha disposto una richiesta di relazione all’assessore alla Sanita’ della Regione Puglia, Tommaso Fiore" sul caso della giovane donna di 22 anni morta per setticemia.

"E’ dovere istituzionale della Commissione – rileva Orlando – esaminare la relazione che si attende venga trasmessa dal competente assessore, al fine di accertare eventuali responsabilita’ professionali e/o anomalie funzionali e organizzative nonche’ venire a conoscenza di eventuali provvedimenti sanzionatori o cautelari adottati".

 

Intervento banale finito in tragedia
La giovane, Antonella Mansueto, 22 anni,  era stata sottoposta ad un banale intervento chirurgico per lasportazione di una cisti presso l`ospedale civile di Putignano. Tre mesi dopo è morta per uno shock settico che sarebbe stato scambiato per virus influenzale. Sul caso la Procura di Bari ha aperto un`inchiesta, acquisendo la cartella clinica.

Nelle indagini, il pm di Bari ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, disposto l’acquisizione delle cartelle e dei referti medici e convocato, come persona informata sui fatti, uno dei medici che hanno avuto contatti con la ragazza dopo l’intervento chirurgico.

Per tentare di salvare la vita ad Antonella Mansueto, quando e’ ormai la setticemia si era diffusa, un’equipe di Bologna le aveva amputato gambe e dita delle mani, ma pochi giorni dopo la ragazza era morta.

 

Garanzie dai Nas
I Nas diano garanzie sulla situazione del nosocomio: e’ assurdo andare in ospedale per curarsi una cisti e morire di setticemia. Lo si legge in una nota congiunta Codacons e Articolo32.

"Vogliamo sapere in quali condizioni versa l’ospedale di Putignano dove e’ stata operata la ragazza, e quali sono le garanzie di sicurezza attualmente fornite dal nosocomio, e ci aspettiamo una istruttoria rapida e puntuale da parte dei Nas e della Commissione d’inchiesta – affermano le due associazioni – E’ intollerabile che ai giorni nostri si verifichino ancora episodi di questo tipo, che riportano il nostro paese indietro di decenni e gettano ombre inquietanti sullo stato del sistema sanitario nel sud Italia".

 

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