19 Novembre 2009

Morì in un incidente sull’autostrada Appello ai pm: no all’archiviazione

Nel tragico schianto perse la vita Gennaro Diglio. Del Mese: «Non c’erano i guardrail»
 

 
Riaprire l’inchiesta sulla morte di Gennaro Diglio, deceduto in un tragico incidente stradale avvenuto il 3 maggio scorso sulla Salerno Reggio Calabria.  A chiederlo è l’esponente nazionale del Codacons, Tonino Del Mese, dopo la decisione della Procura della Repubblica di archiviare il procedimento per mancanza di responsabilitá di terzi. L’incidente scosse non solo il rione Tavoliello dove abitava la famiglia Diglio, ma l’intera Eboli. Il 45enne, originario del napoletano, lavorava nella ditta "In Tavola", dove si occupava di logistica e materiali per i matrimoni. In quell’incidente, avvenuto di domenica pomeriggio, nonostante i tempestivi soccorsi, per lui non ci fu nulla da fare; rimasero ferite in maniera grave anche la moglie e le due figlie gemelle di 15 anni. La Fiat Stilo guidata da Diglio finì in una cunetta prima di colpire un guardrail ed abbattere un albero di ulivo. Del Mese ora si oppone alla decisione della magistratura di chiudere il fascicolo, «adducendo come motivazione che non ci sarebbe responsabilitá di terzi. Ebbene non è cosi».  «Quel pomeriggio del 3 maggio 2009, sul tratto della Salerno Reggio Calabria al chilometro 24.850 nel comune di Battipaglia – racconta l’esponente del Codacons – i guardrail a protezione di cunette ed alberi non c’erano, questo prova la responsabilitá di terzi, la legge lo prevede». «Mi sono ben documentato anche consultando avvocati – sottolinea – la legge prevede secondo il decreto 223 del 1992 all’articolo 3, che ci devono essere installati i guardrail a protezione di cunette e di alberi, in questo caso, ma anche di altri oggetti o cose che possono provocare questo tipo di incidenti». Secondo la ricostruzione di Del Mese «l’auto terminò nella cunetta che non era protetta, ma la morte di Diglio venne causata dal proseguire della Stilo ed il conseguente impatto con la coda di rondine del guardrail, prima di terminare contro un albero di ulivo anche questo non protetto. Adesso chiedo alla Procura, se vi fosse stato il guardrail a protezione della cunetta, tutto questo sarebbe accaduto?».Quel tragico incidente provocò un morto e tre feriti gravi: «L’impatto fu fortissimo: il signor Diglio purtroppo perse la vita e gravi sono state per giorni le condizioni della moglie Anna Pumpo, di 42 anni e delle gemelline quindicenni, che solo in questi giorni si sono riprese dai traumi di quell’incidente. Quindi ci sono tutti i presupposti per rivedere l’archiviazione disposta dalla Procura di Salerno». " Per questi motivi, Del Mese ora chiede la riapertura del fascicolo, per un supplemento d’indagine sulle condizioni della strada al momento dell’incidente mortale: «Mi sembra ovvio che il caso deve essere riaperto – aggiunge – pertanto chiedo al Procuratore della Repubblica Franco Roberti ed ai suoi sostituti di intervenire subito, ed accertare se ci siano responsabilitá di terzi in questo tragico episodio, a cominciare da quelle di Anas Autostrade. Sono pronto a fornire tutte le prove e gli approfondimenti tecnici necessari».
 

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