19 Gennaio 2009

MONTAGNA: SICUREZZA, USO CORDA DIVIDE MONDO ALPINISMO

MONTAGNA: SICUREZZA, USO CORDA DIVIDE MONDO ALPINISMO/ ANSA
 
  MESSNER, INUTILE SENZA ANCORAGGIO; GUIDE, ERRORE NON LEGARSI

 
 
           (ANSA) – AOSTA, 19 GEN – Per Reinhold Messner, il re degli
‘Ottomila’, in montagna è meglio non legarsi di modo che "se
uno cade non trascina giù gli altri". Per le guide alpine,
invece, la corda è un elemento fondamentale della catena di
sicurezza.
   Dopo i fatti del Nanga Parbat e del K2 della scorsa estate,
é di nuovo bufera sulla montagna. Una tempesta fatta non di
vento né di neve, ma di polemiche tra esperti sul modo più
sicuro per affrontare le alte quote. A fare da detonatore della
‘querelle’ – già scoppiata alcuni anni fa in seguito ad un
incidente simile sulla Tour Ronde – è la morte di quattro
alpinisti piemontesi precipitati sabato scorso in un canalone
sotto l’Aiguille du Midi, nel massiccio del Monte Bianco.
   Messner è lapidario: "Impariamo qualcosa da questi
incidenti, è meglio non legarsi". Ribatte Guido Azzalea,
presidente delle guide alpine valdostane, sostenendo che 
"consigliare di non legarsi è un messaggio assolutamente
sbagliato e molto pericoloso; in montagna la corda fa parte
della catena di sicurezza che ogni alpinista o professionista
che abbia un briciolo di intelligenza deve adottare
sistematicamente". Azzalea rincara ancora la dose: "Mi
stupisco come un grande alpinista come Messner, che sa di essere
ancora una figura di riferimento, possa fare delle affermazioni
di questo genere che vanno contro tutte le regole del buon senso
e della sicurezza in montagna".
   Lo scalatore tirolese aggiusta quindi il tiro: "Non ho mai
detto di non utilizzare la corda in montagna, ho semplicemente
ricordato che una cordata di alpinisti deve assolutamente essere
ancorata alla parete, altrimenti si rischia quello che è
successo sul Monte Bianco. E’ illusorio credere di poter tenere
con le proprie forze un compagno di cordata, un alpinista può
trascinare con sé nel crepaccio anche cinque compagni se questi
non sono ancorati".
   Secondo Agostino Da Polenza, ex alpinista e ora organizzatore
di spedizioni, "la corda in montagna è un po’ come la cintura
di sicurezza in auto: ti può salvare la vita ma anche, in casi
rari, intrappolare pericolosamente nell’abitacolo". Comunque
"dal punto di vista tecnico e statistico – aggiunge – è ormai
dimostrato che l’uso della corda spesso salva la vita e quindi
da maggiori garanzie".
   Scriveva il celebre alpinista inglese Albert Frederick
Mummery nel manuale del Cai ‘Alpinismo’ del 1935: "Come regola
generale, la corda è della massima utilità e, quando gli
alpinisti non sono di eguale abilità ed esperienza, il suo uso
costante è richiesto dagli innati sentimenti di solidarietà.
Vi è, nondimeno, un pericolo se si guarda ad essa come una
specie di provvidenza, sempre pronta a salvare i trascurati e
gli incompetenti". Nel ‘Manuale dell’alpinistà di Giancarlo
Corbellini (edizioni Piemme, 2002) si osserva che "la corda è
anzitutto un legame, fisico e morale, tra i membri di una stessa
cordata e costituisce l’elemento essenziale della sicurezza.
Questo non significa che la corda risolva tutti i problemi: essa
é un elemento di sicurezza quando è adoperata in modo
conveniente. Non è raro vedere cordate che sarebbero in
maggiore sicurezza se fossero slegate".
   Sulla questione è intervenuto anche il Codacons chiedendo
l’estensione all’alpinismo della legge 363 del 2003 sulla
sicurezza degli sport invernali (sci alpino e fondo).(ANSA).

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