20 Agosto 2001

«Mio padre morto dopo l?uso del Lipobay».

Il caso dell?anziano di Rieti denunciato dal Codacons. La figlia vuole il risarcimento: «Il medicinale ha accelerato la malattia»


«Mio padre morto dopo l?uso del Lipobay». I dottori: no, aveva un tumore


MILANO – Ha solo quelle parole dei medici. Che suo padre è morto di tumore ai polmoni. Ma lei pensa che forse papà Gino se ne è andato così presto perché il Lipobay prima gli ha scavato il fisico, poi lo ha lasciato debole, senza difese contro la voracità del tumore, lui che in un giorno faceva anche dieci chilometri a piedi. Per questo, ora, Eugenia Scoppetta di Cittaducale, in provincia di Rieti, vuole far causa alla Bayer. Perché, dice, suo padre potrebbe essere la prima vittima italiana di Lipobay. E comunque, anche se la malattia era letale e non gli avrebbe lasciato scampo, il medicinale anticolesterolo potrebbe avergli almeno accorciato la vita. Ha chiamato il Codacons, «dopo una visita al loro sito Internet, per vedere se mi potevano aiutare». La convivenza con i farmaci, per Gino Scoppetta, inizia due anni fa, dopo una visita al cardiologo: «Colesterolo alto – sentenzia il dottore – prenda il Fivaschin». Ma siccome Gino accusa dolori ai muscoli, il medico di base decide di cambiare ricetta, e gli prescrive il Lipobay.

«Da allora le cose sono solo peggiorate – dice la figlia Eugenia -. Papà sentiva dolori via via più forti alla spalla sinistra, sotto la clavicola, poi a tutti i muscoli. Noi lo vedevano rinsecchirsi, i suoi muscoli ridotti a ossa, lui che non aveva ancora settant?anni ed era un tipo molto sportivo. Aveva problemi a fare pipì. A poco a poco non riusciva più ad alzarsi dal letto. E noi evitavamo di toccarlo, perché ogni contatto gli procurava dolore».

Poi è iniziata la febbre, 37,2 ogni giorno. E si sono aggiunte le «sintomatologie bronchiali», l?asma. Infine, il 15 maggio scorso il ricovero all?ospedale di Rieti, dove dopo tre giorni arriva la diagnosi: tumore al polmone, molto avanzato, tanto che non è più possibile operare. Quindici giorni dopo Gino Scopetta muore, in un altro ospedale, quello di Terni. Il suo cuore e i reni si sono fermati.
I medici che lo hanno avuto in cura dicono che quando c?è di mezzo un tumore di questo tipo, scoperto così tardi, non c?è bisturi che tenga, né fantasmagorici complici di cui andare a caccia. Perché il male che attacca i polmoni non lascia scampo. E Francesco Puma, primario a Terni, anche se non si sente di «escludere che alcuni sintomi accusati dal paziente possano essere dovuti all?assunzione del Lipobay», afferma però sicuro che non c?è nesso tra il Lipobay e il tumore. Né che possono esserci dubbi su quali siano state le cause della morte.

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