Ministri per il “non voto” Quorum, sale la tensione
- fonte:
- Quotidiano di Puglia
A tre giorni (si vota domeni-
ca) dal referendum sulla durata
delle concessioni a estrarre idro-
carburi in mare, la politica conti-
nua a essere divisa. Il quesito re-
ferendario chiede se si vuole
abrogare la norma che di fatto
non limita la durata delle con-
cessioni già operative (l’unico
argine è l’esaurirsi del giacimen-
to). Da una parte, il premier
Matteo Renzi, molti ministri e
la maggioranza del Pd schierati
a favore dell’astensione: e ieri al-
lo scoperto per il “non voto” so-
no uscite Maria Elena Boschi,
Beatrice Lorenzin e Marianna
Madia. E, dall’altra parte, le op-
posizioni e la minoranza Dem
che promuovono in modo tra-
sversale il diritto-dovere di par-
tecipare alle consultazioni, salvo
poi essere spaccati, a loro volta,
tra favorevoli e contrari per
quanto riguarda il merito del
quesito referendario. Ad andare
alle urne saranno sicuramente i
presidenti di Camera e Senato.
La numero uno di Montecitorio
Laura Boldrini ritiene che in Ita-
lia sarebbe giusto «incoraggiare
la partecipazione e non certo
scoraggiarla. Poi, ognuno vota –
ha spiegato – quello che vuole».
Anche per il presidente di Palaz-
zo Madama Pietro Grasso il re-
ferendum «è uno strumento po-
polare, democratico, costituzio-
nale. Quindi io certamente – ha
detto – parteciperò alla votazio-
ne». E sulla stessa linea dovreb-
be assestarsi anche il presidente
Sergio Mattarella (anche se il
Quirinale ancora non conferma
ufficialmente) seguendo la tradi-
zione dei suoi predecessori al
Colle. Naturalmente non è dato
sapere quale preferenza esprime-
rà il Capo dello Stato.
Tra le forze schierate in Par-
lamento, M5S, Lega e Sinistra
italiana fanno da giorni campa-
gna per il “sì”, mentre la sini-
stra Dem e Forza Italia sono a
favore della partecipazione, ma
poi al loro interno si diversifica-
no tra favorevoli e contrari. Se
infatti Pierluigi Bersani e Massi-
mo D’Alema (oltre a Prodi) han-
no annunciato il “no”, Speranza
insiste per il sì tanto da aver de-
ciso anche di scrivere una lette-
ra ai militanti invitandoli a «cor-
reggere gli errori dei dirigenti».
Stessa situazione in campo az-
zurro: c’è chi come il capogrup-
po alla Camera Renato Brunetta
voterà “no” e chi come il gover-
natore della Liguria Giovanni
Toti voterà “sì”.
La battaglia, come per ogni
referendum abrogativo, ruota in-
torno al raggiungimento del quo-
rum (50% più uno degli aventi
diritto al voto). Risultato diffici-
le da raggiungere, ma non im-
possibile. A sostegno dell’asten-
sione è sceso in campo aperta-
mente lo stesso presidente del
Consiglio Matteo Renzi insieme
con la maggioranza dei Demo-
cratici. Una posizione sostenuta
da gran parte dei ministri: «Se-
guo le indicazioni del mio parti-
to», fa sapere la ministra Maria
Elena Boschi. «Il non voto è
una scelta politica», spiega la
ministra della Salute Beatrice
Lorenzin. «Non andrò a vota-
re», taglia corto la titolare del
ministero della Pubblica ammini-
strazione Marianna Madia. Gra-
ziano Delrio e Dario Franceschi-
ni sono altri ministri pronti a di-
sertare il referendum, insieme ai
sottosegretari Luca Lotti e Clau-
dio De Vincenti. Eccezione fa il
titolare dell’ambiente Gianluca
Galletti, che ha già fatto sapere
che andrà votare, ma voterà no.
Intanto tramonta del tutto l’i-
potesi dell’election day (a giu-
gno) referendum-comunali. Lo
ha deciso il Tar del Lazio con
due ordinanze con le quali ha re-
spinto le richieste del Codacons
e dei Radicali. Il Codacons, con
il suo presidente Carlo Rienzi,
ha annunciato che oggi sarà pre-
sentato appello al Consiglio di
Stato. Per il Codacons la non
unificazione di referendum e am-
ministrative produrrà tra l’altro
un danno economico per le ta-
sche dei contribuenti stimato in
oltre 300 milioni di euro; i Radi-
cali, invece, accusano il gover-
no di aver boicottato il referen-
dum sulle trivelle violando il di-
ritto a una corretta informazione
da parte dei cittadini. Per il Tar
«non appaiono ravvisabili ele-
menti sufficienti a rivelare l’irra-
gionevolezza e/o illogicità della
scelta della data del 17 aprile
2016». Specie, ove si tenga con-
to che «la data in questione ri-
sulta in sintonia con l’indicazio-
ne temporale dall’art. 34 della
legge n. 352 del 1970, posto
che corrisponde ad una “domeni-
ca ricompresa tra il 15 aprile ed
il 15 giugno”; – si legge nelle or-
dinanze – il termine intercorren-
te tra la data di adozione del de-
creto e la data del voto referen-
dario non appare inidonea a ga-
rantire una corretta informativa
degli elettori e, ancora, rivelato-
re di una concreta ed effettiva
violazione di “standard interna-
zionali” sottoscritti dall’Italia, di
cui non può comunque sottacer-
si il carattere non vincolante»
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