25 Maggio 2018

Metro C già nel caos Peri grillini è tutto ok

san giovanni ferrara: «campagna anti-m5s»
Susanna Novelli [email protected] Dieci giorni dal taglio del nastro ed è già caos nel nodo di scambio San Giovanni tra la nuovissima linea C della metropolitana e la vecchissima linea A. Nell’ ora di punta infatti il flusso passeggeri in transito tra una e l’ altra era tale da dover far chiudere i tornelli per motivi di sicurezza. Ed è solo l’ inizio. Il problema, tecnico e noto da tempo, è quello della capienza delle vecchissime banchine della linea A, molto più strette e dunque con una capacità di accoglienza dei passeggeri in attesa decisamente limitata già con il normale flusso della linea A, e dunque altrettanto decisamente incompatibile con quello della linea C. E il caos di ieri, con migliaia di persone bloccate ai tornelli, è soltanto il primo «assaggio» destinato a peggiorare con la maggiore frequenza dei treni previsti per la linea C, ad oggi uno ogni 12 minuti da e per San Giovanni e con l’ impossibilità di aumentare quella della linea A, ad oggi già in crisi con un treno ogni 4 minuti. Un bella matassa da sbrogliare insomma e sulla quale si sono già accesi i riflettori. I primi a chiedere conto al sindaco Virginia Raggi il Codacons, Pd e Forza Italia. Il Codacons chiede di incrementare la frequenza dei treni della linea C in modo tale da suddividere meglio il flusso passeggeri. Il Pd, con Ilaria Piccolo, suggerisce invece di rivedere anche il piano del trasporto di superficie, troppo frettolosamente modificato con la soppressione di diverse linee, privando così gli utenti di una valida alternativa. Incapacità gestionale e mancanza di progettazione da parte dell’ amministrazione Raggi, invece per il coordinatore della Provincia di Roma di Forza Italia, Adriano Palozzi. Né la Raggi, né l’ assssore alla Mobilità capitolina, Linda Meleo, hanno replicato, così come nessuna nota Atac ha tenuto a spiegare l’ impasse tecnica. Ci hanno pensato invece le teste d’ ariete dei 5 Stelle in Campidoglio, il capogruppo Paolo Ferrara e il presidente della Commissione Mobilità (assessore ombra), Entrico Stèfano. Per entrambi, ovviamente, si tratta soltanto di una «vergognosa» campagna denigratoria montata ad hoc dai «partiti». La solita insomma. Eppure il problema tecnico c’ è ed è evidente al di là della politica., gli strumenti se non per risolverlo ma quanto meno per attenuarlo ci sono eccome, a cominciare dalla frequenza dei treni delle due linee e da un trasporto di superficie più efficiente. Non solo. Le vicende politiche nazionali dovrebbero far invertire la rotta agli integralisti grilli ni, considerato che con un «partito» stanno per andare al governo nazionale. E così anche la comunicazione politica dei 5 Stelle, soprattutto quelli della Capitale, appare vecchia ed obsoleta proprio come le banchine della lina A.

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