MEDICO ISCRITTO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE TRA L’A.A. 1990/1991 E L’A.A. 2005/2006?
NON RINUNCIARE AI TUOI DIRITTI!
Per questi medici, che hanno lavorato all’interno dei reparti ospedalieri ma hanno ricevuto una borsa di studio lontana anni-luce da quella dei colleghi piĂą giovani, buoni segnali da Cassazione e Corti d’Appello.
I FATTI
La vicenda è ormai nota: l’Italia non ha recepito tempestivamente le norme comunitarie che imponevano agli Stati membri di adottare le medesime misure nell’inquadramento dei medici chirurghi che frequentavano le Scuole di Specializzazione. La CEE, poi CE e dopo ancora Ue, ci ha provato più volte sin dalla metà anni ’70 ma niente. In Italia gli specializzandi non sono stati pagati, in nessun modo, fino ai primi anni ’90. E quando (finalmente) sono state introdotte le borse di studio non erano nemmeno lontanamente paragonabili a quelle dei colleghi francesi e tedeschi, solo per fare due esempi. Senza contare che fino al 2007 non è stata prevista alcuna copertura previdenziale.
ADEGUATA REMUNERAZIONE?
I medici che hanno seguito un corso di specializzazione a partire dai primi anni ’90 e fino al 2005/2006, quindi, hanno percepito una borsa di studio lontana – e di molto – da quelle che sarebbero spettate ai colleghi piĂą giovani: non gli è stata infatti garantita l’adeguata remunerazione sancita dalla Direttiva 93/16/CE, e hanno ricevuto la borsa di studio di cui al D.lgs. 257/91 – “bloccata” al valore del 1992 – senza l’applicazione del meccanismo di adeguamento previsto dall’art. 6 del D.lgs. 257/91.
Nonostante la loro attivitĂ giornaliera – che ha contribuito a tutti gli effetti alla funzionalitĂ dei vari reparti ospedalieri – il trattamento economico previsto in loro favore ammontava ad appena 11.000,00 euro (circa) annui lordi, senza alcun diritto a maternitĂ e malattie, con il divieto di svolgere ogni altro lavoro e senza alcuna copertura assicurativa dei rischi professionali e degli infortuni.
DIRITTI NEGATI
La scarsa, o nulla, applicazione delle direttive comunitarie ha prodotto conseguenze significative sulla carriera di questi medici, che non si sono visti riconoscere:
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la differenza retributiva tra quanto percepito e quanto corrisposto agli specializzandi a partire dall’a.a. 2006/07;
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il riconoscimento dei contributi previdenziali per tutti gli anni di specializzazione;
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la rideterminazione triennale ex art. 6 D. Lgs. 257/91.
Ora, una giurisprudenza sempre piĂą favorevole apre buone possibilitĂ di recuperare il “dovuto”. Proprio per tutelare gli interessi degli ex-specializzandi, quindi, l’Associazione avvia azioni collettive in favore di tutti i medici che non si sono ancora visti riconoscere quanto gli spetta. Prima, però, occorre interrompere la prescrizione.
PER ADERIRE
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