MEDICI LOMBARDI PASSIBILI DI DENUNCIA PER FALSO IDEOLOGICO
Falso ideologico. E’ questo, nella migliore delle ipotesi, il reato in cui potrebbero incorrere i medici di famiglia lombardi che stanno prescrivendo esami di controllo per i loro pazienti, senza che vi siano stati dei sintomi o comunque degli indizi che giustifichino e facciano presupporre un ben preciso sospetto diagnostico.
Da quando è entrata in vigore la D.G.R. 11 giugno 2009 n. 8/9581, ossia dal 1° ottobre 2009, infatti, il sospetto diagnostico per le prescrizioni di specialistica ambulatoriale non può più essere posto in modo generico, ma deve essere “correttamente esplicitato”. Non si può più usare la semplice espressione “per controllo”, senza altra specificazione.
Una regola che, stando a quanto ci hanno segnalato alcuni medici di famiglia, li costringe o a rifiutare al paziente esami di controllo preventivo in assenza di ben precisi sintomi oppure ad “inventarsi” diagnosi, a proprio rischio e pericolo.
Unica eccezione prevista è per la prevenzione cerebrocardiovascolare o oncologica o metabolica. In questi casi “può essere esaustiva anche la motivazione di indagine clinico diagnostica per condizioni connesse alla prevenzione”. Ossia nei casi gravi, ictus, infarto, tumore …, si può fare prevenzione, negli altri no. Le Asl, sempre secondo la D.G.R., devono vigilare, controllare e monitorare sull’adempimento di queste disposizioni.
Il Codacons chiede alla Regione di rivedere questa deliberazione, che sta oggettivamente ponendo alcuni medici di famiglia in una situazione di serio disagio e conflitto interiore e che non consente loro di prestare la propria opera secondo scienza e coscienza, soggiacendo ad indebite pressioni.
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