27 Gennaio 2019

Medici finanziati dai colossi farmaceutici «Sbagliato screditare la categoria»

il codacons pubblica i nomi, intervista al presidente dell’ ordine
UN ELENCO di duemila medici, ospedalieri e di famiglia, di cui sei a Pesaro e cinque a Fano, che sarebbero stati «finanziati» dai colossi della farmaceutica per prescrivere certi farmaci, piuttosto che altri, ufficialmente per fini di ricerca. L’ ha pubblicato sul proprio sito il Codacons, l’ associazione per i diritti dei consumatori che, a questo proposito, ha anche diffidato gli Ordini dei medici, tra cui anche quello di Pesaro-Urbino, affinché si adoperino a rendere noti i rapporti tra i propri iscritti e le aziende farmaceutiche Un’ operazione-trasparenza, dottor Paolo Maria Battistini, o un’ iniziativa che rischia di trasformarsi in una gogna mediatica? «L’ esposto del Codacons è appena arrivato in segreteria – spiega il presidente dell’ Ordine ei medici pesaresi -. E’ abbastanza corposo per cui servirà qualche giorno per capire quali sono i rilievi mossi e a che titolo sono stati coinvolti i medici interessati». Ma un’ idea se la deve essere pur fatta.. «Così per come è stata prospettata, è una situazione a mio avviso alquanto improbabile. Oggi la spesa farmaceutica è ridotta all’ osso. Con l’ avvento dei generici che raggiungono ormai il 60-70 del consumo totale, non esistono margini per lucrare sulle prescrizioni. D’ altra parte è pur vero che ci sono farmaci super costosi in alcuni settori, penso a quello oncologico, che tuttavia sfuggono al prescrittore principale, il medico di famiglia» Molto rumore per nulla, dunque? «Mi sembra che l’ esposto abbia più che altro l’ obiettivo di spingere gli Ordini a fare un’ azione di moralizzazione e trasparenza. Il Codacons non è nuovo ad azioni del genere per avere un po’ di visibilità in più». Si può impedire a un medico di svolgere attività ai fini di ricerca? «Assolutamente no. In passato è capitato anche a me di collaborare con alcune case farmaceutiche per la fase di post-sperimentazione di alcune specialità farmaceutiche. Ma tutto si è svolto alla luce del sole, previa richiesta scritta. E poi il compenso, che è sempre stato di natura irrisoria, veniva fatturato con l’ Iva. Se il problema è questo, non so proprio di cosa vadano in cerca». Quindi il codice deontologico prevede questo tipo di attività? «Certamente, sempre che avvenga nei limiti dell’ onestà intellettuale e fiscale. Cosa diversa è il comparaggio» Prego? «Una volta eravamo bersagliati dalle richieste delle case farmaceutiche per prescrivere quel farmaco, piuttosto che un altro. D’ altra parte prima c’ erano preparazioni che oggi costano 3 euro, e prima erano sul mercato a 25, e i margini erano alti. Quindi può darsi che qualche medico poco onesto si sia prestato a questo gioco. Ora che invece il prezzo è imposto dal ministero, e che la stessa molecola non è più autorizzata a 15 ditte diverse, non c’ è più tutta questa concorrenza». Codacons sostiene che i nomi dell’ elenco gli ordini li conoscono fin dal 2015. Avete mai pensato di accertare cosa fanno effettivamente? «A Pesaro no e anche nel consiglio nazionale queste informazioni non sono mai arrivate. Ma non si può sparare nel mucchio, screditando una categoria in questo modo». Simona Spagnoli.

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