5 Ottobre 2020

«Mascherine vendute a prezzi esagerati» Cinque farmacisti verso il processo

la storia Marco GrassoL’ accusa è di aver speculato sui prezzi delle mascherine. Nei giorni in cui l’ Italia veniva travolta dal coronavirus. Per questo la Procura di Genova ha chiuso le indagini nei confronti di cinque farmacisti genovesi. Secondo la Guardia di Finanza misero in vendita dispositivi di protezione ricaricandoli dal 300% al 1000%. L’ ipotesi di reato nei loro confronti è di rialzo fraudolento di prezzi. Una contestazione che, se venisse confermata, rischia di costare ai rivenditori la sospensione della licenza. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Patrizia Petruzziello, derivano dai controlli straordinari delle Fiamme Gialle, avviati dopo l’ esplosione della pandemia. In particolare, nei primi giorni d’ aprile i finanzieri avevano effettuato ispezioni in tutta Italia. A Genova erano state sessanta le verifiche a sorpresa e avevano portato a denunciare cinque farmacie, tra le quali una alla Foce e una a Busalla. Tra i casi analizzati quello di un rivenditore a cui erano state sequestrate un centinaio di mascherine Ffpp2, acquistate a 4 euro e rimesse in commercio a 14 euro. Gli accertamenti erano stati aperti dal pool reati economici, coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, che aveva acceso un faro sulle derive provocate dal lockdown e dalla difficoltà di approvvigionamento di alcuni beni diventati improvvisamente richiestissimi e al tempo stesso introvabili. Prima del decreto firmato dal commissario governativo Domenico Arcuri, la mascherine erano tra le merci più soggette a oscillazioni di prezzo esorbitante. Ma le indagini hanno riguardato anche generi di prima necessità – come il pane, le verdure, il lievito, la fatina – o anche materiale non a norma. A Rapallo la Finanza aveva sequestrato 250 mila mascherine irregolari a un ex titolare di stabilimenti balneari, che durante l’ ondata di Covid si era rapidamente riconvertito al business delle mascherine. E altre decine di migliaia di mascherine erano state sequestrate in porto e in altri depositi della città.I sequestri eseguiti nei confronti delle farmacie, tuttavia, sono stati accolti con pareri discordi nei vari tribunali italiani. In alcuni casi i giudici li hanno accolti, come nel caso di Genova. In altri li hanno respinti. Secondo i legali dei farmacisti quel reato non è contestabile per varie ragioni, a cominciare dal fatto che la penuria dei dispositivi ha costretto spesso le stesse farmacie ad approvvigionarsi a prezzi molto cari; inoltre, sostengono sempre gli avvocati, l’ accusa sarebbe applicabile solo se venisse provato che i farmacisti hanno davvero influito sul mercato facendo una sorta di cartello. Sui rincari dei prezzi aveva presentato un ricorso anche l’ associazione dei consumatori Codacons, che aveva denunciato l’ imperversare di abusi. Le segnalazioni avevano portato alcune grande piattaforme come Amazon e Ebay a revocare alcune offerte messe online dopo l’ inizio della crisi. Secondo Carlo Rienzi, presidente del Codacons: «Sui principali portali di e-commerce il classico gel igienizzate dell’ Amuchina ha avuto un ricarico fino al 650%. Ancora peggio per le mascherine, che in alcuni casi sono state commercializzate a cifre più alte del 1.600%». La Procura aveva avviato, infine, anche un altro fascicolo conoscitivo, sulla carenza di dispositivi di protezione negli ospedali. Un fascicolo che non ha portato a iscrizione di ipotesi di reato. –© RIPRODUZIONE RISERVATA.
marco grasso;

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