2 Settembre 2004

Maroni preme per il piano Alitalia

SI PROFILA UN NUOVO SCONTRO SUGLI ESUBERI DOPO LA DIVISIONE IN DUE DELLA SOCIETÀ: SARANNO 5500

Maroni preme per il piano Alitalia

«Prima l?accordo, poi gli ammortizzatori sociali»

Il governo rompe il silenzio sulla vicenda Alitalia e annuncia che metterà in campo gli ammortizzatori sociali necessari alla ristrutturazione. Ma «finché non si definisce l`accordo tra azienda e sindacati non abbiamo elementi certi su cui intervenire», fa sapere in serata il ministro del Welfare Roberto Maroni. E d?altra parte, «se si escludono i contratti di solidarietà, il trasporto aereo non ha ammortizzatori e per estenderli al settore occorre fare una legge». Una frase che, almeno a parole, lascia il governo fuori da ogni mediazione e pronto ad intervenire solo a posteriori. Ma che ufficializza una disponibilità attesa dallo stesso Cimoli, il quale, a quell?ora seduto ancora alla sua scrivania, leggendo l?agenzia ha tirato un sospiro di sollievo.
La giornata del quasi-commissario era stata frenetica come le altre di questi tempi, spesa a mettere a punto tutti i dettagli della riorganizzazione aziendale sulla quale i sindacati attendono chiarimenti. Fra le altre cose – scriveva ieri ApCom – ai piani alti della Magliana si sta lavorando alle modifiche statutarie necessarie allo «spacchettamento» delle attività, conferendo fra le altre cose maggior poteri al cda su fusioni e scissioni.
La promessa di Cimoli è che tutto verrà chiarito lunedì prossimo, 6 settembre. Il giorno in cui il supermanager metterà ufficialmente sul piatto della trattativa la sua proposta: la separazione di Alitalia in due parti, la creazione di Az Fly e Az Service. Alla prima dovrebbero andare in dote settemila dipendenti, alla seconda 8500. Risultato: 5500 esuberi.
Al di là delle dichiarazioni formali, fra le sigle si sta facendo strada la consapevolezza che bisognerà aspettare. E che da lunedì ci saranno comunque nove giorni a disposizione per trattare. Difficile dire se si raggiungerà un accordo con tutte le sigle, anche se la mezza disponibilità del governo apre ora scenari più ottimistici. Nei tanti incontri di ieri – da quello di Cimoli con Angeletti a quello di Fini con Storace – è apparso chiaro che l?unico esito da scongiurare è quello del commissariamento. «C?è chi vuole spartirsi le spoglie di Alitalia», dice Claudio Claudiani della Cisl trasporti. «E magari qualcuno di questi ha pure un qualche suggeritore internazionale alle spalle».
La situazione sembra sotto controllo anche fra i lavoratori, e il rischio di scioperi selvaggi sembra almeno per ora scongiurato. Un segnale incoraggiante è arrivato dai controllori di volo dell?Enav che hanno cancellato lo sciopero già indetto proprio per lunedì. «Sta prevalendo il senso di responsabilità», dice un sindacalista.
Nel frattempo ieri sono proseguiti gli incontri separati sulle prospettive strategiche delle singole aree aziendali: Alitalia Express (la compagnia regionale sul corto e medio raggio), l?area corporate e il settore informatico. Nella riorganizzazione aziendale alla quale sta lavorando Giancarlo Cimoli il destino di Alitalia Express ha un certo rilievo: nata con l?obiettivo di lanciare la compagnia anche come vettore regionale (gestisce ad esempio le tratte da Milano a Zurigo e Francoforte e alcuni voli Roma-Milano), è forse l?unica delle società Alitalia senza criticità gestionali di rilievo. Al punto che, spiega una fonte, «se malauguratamente si dovesse andare al commissariamento la compagnia ripartirebbe certamente da lì». Se tutto andrà invece per il verso giusto l?obiettivo del management è l?incremento della flotta del 62% (sono attesi nuovi Embraer 180 e 190), delle attività di volo del 124%, nuove assunzioni di piloti e assistenti di volo. Il tutto mantenendo l?attuale autonomia gestionale.
C?è comunque chi cerca di rammentare all?azienda che fra i tanti risparmi che si possono fare non ci sono solo quelli del personale. Il Codacons ieri ha annunciato un esposto contro il ministro dell`Economia e alla Corte dei Conti contro «gli sprechi concepiti da strategie aziendali disprezzabili». A muovere i consumatori le dichiarazioni di alcune hostess che raccontano di aver «trovato gli scontrini delle baguette da servire sugli aerei: 12 euro l`una» e dei loro cestini pasto: «L`azienda sborsa 15 euro per comprarci due piccoli sandwich, un frutto, uno yogurt e un pezzetto di cioccolata».

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