3 Agosto 2009

Maria De Filippi, Coppie sott’accusa per una bestemmia in diretta

Maria De Filippi, Coppie sott’accusa per una bestemmia in diretta e in onda anche con due speciali mentre Colpo di scena resta un esperimento 

 MARIA DE FILIPPI STORY/7 Dopo una bestemmia in diretta durante Coppie, in onda il mercoledì sera su Canale 5 dal gennaio 1999, il Codacons diffida il direttore di Canale 5, Maurizio Costanzo, perchè sospenda il programma di Maria De Filippi e invita il Ministero delle Comunicazioni e l’Authority per le Telecomunicazioni a prendere provvedimenti. Durante la puntata incriminata una lite fra moglie e marito degenera verbalmente fino alla bestemmia. Si difende la conduttrice: "Quell’ospite si è subito scusato e io l’ho fatto alla fine della puntata. Eravamo in diretta e il signore era molto coinvolto, quasi in lacrime. Non mi sento in colpa". Nemmeno per le sue parolacce? "Ho riportato – aggiunge – alcuni commenti crudi del pubblico. Sono più volgari le ballerine a seno nudo di Domenica In". Il 14 aprile va in onda uno speciale, registrato negli studi televisivi britannici poche settimane dopo l’uscita del libro Monica’s story e che vede intervistata la giovane stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky, diventata famosa per la relazione sentimentale con l’allora Presidente degli Usa Bill Clinton. La De Filippi porta l’intera sezione femminile della sua procura a Londra, in uno studio della Bbc. Tutto si svolge secondo la procedura televisiva prevista. Prima una deposizione rilasciata alla conduttrice, svolta dalla Lewinsky con rituale serenità: l’avrebbe fatto con uno qualunque? "Penso di sì". Vorrebbe tornare nell’anonimato? "Spero di sposarmi, così cambierò il cognome". E poi finalmente si passa al dibattimento. Falchi da una parte e colombe dall’altra, accusa e difesa. La pm più agguerrita pone subito una questione di diritto: "Quella ha fatto gli stages perché già sapeva che voleva fa’". Opposizione della difesa. Giacchetta sulle spalle e scollatura abissale, la Perry Mason fissa negli occhi la telecamera: "Era una ragazza innamorata – sussurra – stava là per lavorare". All’accusa non resta che passare alle prove: "Lavorare? A me pare che in certo qual modo, ha lavorato… Io non m’alzerei mai la giacca per far vedere l’elastico delle mutande". "Quando sei innamorata t’alzi anche sul lampadario", tenta l’avvocatessa bionda platino. E ammonisce: "Badate che c’era di mezzo una condanna. Tu te li saresti fatti 27 anni di carcere?". "Guarda che io nun me sarei fatto manco Bill Clinton", s’ode – tra le ovazioni – dagli scranni dell’accusa. Pausa pubblicità. La De Filippi introduce un nuovo elemento processuale: ti sei mai innamorata del tuo datore di lavoro? "No", spara strasicura una "colomba". Come mai? "Non ho mai avuto un datore di lavoro". E no, così non vale: l’accusa comincia a tumultuare. La parola a una giurata anziana che stringe il microfono come un cero: "è chia-ra-men-te una arrampicatrice", scandisce a capo chino con la metrica di un’omelia. Applausi. è la svolta del processo. L’avvocatessa platino si leva la giacca: "Io non mi sono mai inginocchiata davanti a un uomo se non per amore", urla. E la sottile allusione diventa un salto teologico: "Pure voi l’avete fatto, ma coi santini. E non sapete cosa vi siete perse". Bagarre. Qualcuna azzarda che Clinton è "una vittima" e allora si fa avanti l’ala dura della difesa: "Vittima? Poverino… Ma che stai a dì…". Dalla teologia alla storia il passo è breve: "Dovevate andà tutte quante da S. Maria Goretti. Vorrei vedè le cinture di castità che c’avete". A questo punto per la De Filippi il dibattimento è completo. Manca solo la controreplica dell’imputata. Che ora però non sorride più. Rivendica le prove ("Mia madre non ha nascosto il vestito. Io ho scritto il libro proprio per chiarire gli equivoci") e il mento le sporge in un ghigno aggressivo: "Io non chiedo a nessuno di trovarmi simpatica ma voglio essere giudicata sulla base della verità. Su una cosa siamo d’accordo, ho fatto tanti errori. Ma se sono un’arrampicatrice non sarebbe stato più comodo incassare? E lei poi" spara Monica contro l’accusatrice più feroce "lei ha mai avuto a che fare con un avvocato, è stata mai minacciata di finire in galera, ha mai dovuto sopportare per un anno intero delle cattiverie giudiziarie?". "Per un anno? L’ho subite per quattro anni… Ma mio marito non era il presidente degli Stati Uniti". L’imputata esce, il tempo di promozione del suo libro è scaduto. De Filippi, solenne si rivolge ai giurati: "Qualcuno di voi ha cambiato idea. "A’ Marì, ma stai scherzando? Cambiare idea?". Il secondo speciale di Coppie, trasmesso il 9 giugno e intitolato Ciao amore, è invece dedicato ai familiari dei militari e volontari italiani, cui viene data l’opportunità di rivedere e riparlare con i propri cari in collegamento dal Kosovo. In quel periodo, nella Repubblica Federale di Jugoslavia, stava concludendosi l’operazione Allied Force. Colpo di scena è, invece, il titolo di un nuovo programma di Canale 5 che mescola fiction e realtà. Lo conduce la De Filippi il 20 giugno 1999 con la regia di Laura Basile. Si tratta di un esperimento cui non seguirà un ciclo di puntate. In studio, al teatro 2 di Cinecittà, si raccontano due storie vere di coppie. In parte sono sceneggiate e interpretate da attori professionisti. La De Filippi, interrompendo la fiction, chiede al pubblico quale pensa sia lo sviluppo della storia che poi i protagonisti reali spiegano.
 
 
 

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