14 Novembre 2018

Mareggiata di Rapallo sui danni la Procura apre l’ inchiesta

Gli uomini della Capitaneria di porto di Rapallo si sono presentati in Comune di buon mattino. Ieri. Hanno sequestrato documenti sul porto turistico e sulla diga foranea, non solo di Rapallo ma anche di Santa Margherita: atti, delibere, autorizzazioni amministrative. Compiendo così il primo atto di una nuova inchiesta aperta dal pubblico ministero Walter Cotugno con due ipotesi di reato, al momento a carico di ignoti: crollo colposo e danneggiamento con pericolo colposo di reato. Perché quanto avvenuto lo scorso 29 ottobre, i cedimenti di parte delle dighe foranee di Rapallo e “Santa”, potrebbe non essere stato causato soltanto dalla devastante mareggiata che si è abbattuta sulla Liguria. Per quanto eccezionale sia stata l’ ondata di maltempo che ha colpito tutta la costa della regione, è il ragionamento degli inquirenti, una diga foranea è per definizione costruita apposta per proteggere il porto dalle onde e dalla violenza del mare. Anche in casi estremi. Aprire un’ indagine sembra allora un atto necessario, dopo le prime relazioni degli uomini della Capitaneria di Porto. Tanto più per il fatto che, almeno per quanto riguarda Rapallo, nemmeno 20 anni fa erano stati fatti dei lavori di rinforzo della diga dopo un’ altra, grande mareggiata che aveva causato altri gravi danni. Lo aveva ricordato Marina Scarpino, direttrice del porto turistico – che è privato – nelle ore immediatamente successive alla tempesta: «Onde alte dieci metri hanno colpito per ore la scogliera e la loro forza ha rotto la diga per 300 metri. Dopo il crollo del 2000, per un’ altra mareggiata, avevamo ricostruito la diga più alta di 1,30 metri portandola a 6,5 metri. Non è stato sufficiente con un evento eccezionale». Gli investigatori, però, vogliono capire se al di là della portata eccezionale dell’ evento, i lavori di rialzo della diga siano stati realizzati a regola d’ arte, seguendo tutte le normative in materia. «È stata fatta un’ attività da parte della Guardia Costiera che è stata messa a disposizione della magistratura», ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi a margine della firma di un protocollo di intesa in Regione Liguria. «Si tratta – prosegue – di un’ attività informativa preliminare su un evento che è stato di rilevanza epocale per capirne i connotati. Ci potevano essere danni alle persone, che per fortuna non ci sono stati, ma abbiamo avuto danni enormi alle cose, possibili profili di danno anche a causa degli urti delle imbarcazioni. E per questo è stata fatta l’ attività da parte della Capitaneria». I numeri spiegano l’ entità dei danni subiti a Rapallo: delle 337 barche presenti nel porto, 138 sono rimaste in galleggiamento, 111 sono affondate, 34 sono finite sugli scogli o sulla spiaggia, 52 sono introvabili e si presume siano affondate. Il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco, invece, dice che “abbiamo dato la massima collaborazione agli investigatori e alla magistratura, nella quale riponiamo fiducia. L’ indagine sul crollo della diga di Rapallo, privata, e sulla diga di Santa Margherita, è un atto giusto. L’ unico timore – continua Bagnasco – sono i tempi: per noi un mese ne vale quattro, e in vista della stagione balneare spero che non ci siano rallentamenti». Anche il Codacons sulla questione ha presentato un esposto. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sotto esame della magistratura gli appalti sui porticcioli turistici, anche su quello di Santa Margherita Gli investigatori vogliono capire se aldilà della grado dell’ evento le opere siano state realizzate a regola d’ arte Devastazione Sopra la diga di Rapallo abbattuta; sotto, la breccia nella diga di Santa Margherita (dalla pagina Facebook del sindaco Donadoni, foto Erdnacreative)
marco lignana

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