“Marciapiedi invasi dai rifiuti del cibo da asporto”: il Codacons lancia una class action
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fonte:
- RomaToday
Stavolta il problema non riguarda i cassonetti. Bicchierini, cartacce, lattine, bottiglie, sporcano i marciapiedi della cittĂ . Parliamo di scarti per lo piĂą legati all’acquisto di cibo e bevande con il servizio da asporto, in vigore per bar e ristoranti quando il Lazio, per le misure restrittive legate al covid-19, era ancora “zona arancione”. A lanciare l’allarme è il Codacons, associazione dei consumatori, con un apposito dossier sullo stato delle strade della Capitale.
“Tutta colpa del cibo da asporto”
“A partire dall’ingresso della cittĂ in zona arancione abbiamo monitorato un sensibile incremento della spazzatura su strade e marciapiedi, che sta proseguendo anche in questi giorni – spiega il presidente Carlo Rienzi – si tratta di una tipologia ben precisa di spazzatura che invade ogni angolo della cittĂ , ed è direttamente legata al cibo d’asporto: bicchierini di carta per il caffè take away, tovagliolini, cartacce, lattine di bibite, bottiglie di vetro, piatti e posate di plastica, ecc. compaiono a terra in ogni quartiere della cittĂ , e la loro presenza si intensifica nei pressi dei locali che vendono cibo da asporto”.
“Un rifiuto ogni 2,5 metri”
Rifiuti che rimangono a terra per giorni coinvolgendo un po’ tutti i quartieri della cittĂ , da piazzale delle Province a Prati, passano per via Appia, Testaccio, Ponte Milvio e Centocelle. “Non si salva nemmeno via del Corso – tuona Rienzi – ma la situazione piĂą grave è quella monitorata dal Codacons in via Tuscolana: un rifiuto da asporto a terra ogni 2,5 metri”. Da qui il lancio di una class action, “per ottenere la pulizia delle strade e la riduzione della Tari”.
La class action
“Alla pagina https://codacons.it/degrado-roma-segnala-allama-i-rifiuti-nel-tuo-quartiere/ – fa sapere il Codacons – i cittadini possono scaricare il modulo di diffida da inviare all’Ama per chiedere di ripristinare senza indugio, entro e non oltre 48 ore, il servizio di gestione rifiuti urbani nella propria zona di residenza e per avviare la successiva richiesta di riduzione della Tassa sui Rifiuti in caso di mancato accoglimento della diffida”.
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