Manovra, una stangata da 33 miliardi
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fonte:
- Alto Adige
- Corriere delle Alpi
- Gazzetta di Mantova
- Gazzetta di Modena
- Gazzetta di Reggio
- Il Centro
- Il Mattino di Padova
- Il Piccolo
- il Tirreno
- La Città di Salerno
- La Nuova Ferrara
- La Nuova Sardegna
- La Nuova Venezia
- La Provincia Pavese
- La Tribuna di Treviso
- Messaggero Veneto
- Trentino extra
ROMA. Molti esercizi commerciali rapidi come il fulmine già da ieri hanno ritoccato i prezzi. E il peggio deve ancora arrivare. E’ prevista, infatti, un’ ondata di aumenti come conseguenza dell’ Iva di un punto (dal 20% al 21%) stabilito nella manovra. In questo modo il governo «metterà le mani nelle tasche degli italiani» prelevando 140 euro in media a famiglia. La proiezione di una delle organizzazioni dei commercianti, la Confesercenti, lascia prevedere una raffica di rincari su molti generi di consumo, dalle scarpe agli elettrodomestici. Da domani dovrebbe aumentare di 10-20 centesimi il prezzo delle sigarette. Il presidente Venturi ammette sconsolato: crisi lunga, sarà difficile tenere fermi i prezzi. L’ aumento, sottolinea lo studio, graverà sul 70% delle famiglie e colpirà maggiormente il Nord Est gravato da un aumento di 166 euro a famiglia annue. Segui il Nord-Ovest con 158 euro, il Centro (138), il Sud (113) e le Isole (102). La crescita sarà di 220 euro per gli imprenditori e professionisti, 170 per i lavoratori autonomi, 189 per gli impiegati e i dirigenti, 149 per gli operai. L’ aumento dell’ Iva – che porterà poco meno di 3,5 miliardi di euro aggiuntivi all’ Erario – inciderà di mezzo punto sull’ inflazione. Tuttavia la Confesercenti rimarca alcune incongruenze sull’ aumento. Come, ad esempio, il fatto di dover pagare il 20% di Iva se si acquista il caffè da preparare in casa «mentre se lo si consuma al bar viene gravato del 10%». In situazioni di crisi la scorciatoia della speculazione è allettante. «I commercianti faranno di tutto, – ammette il presidente di Confesercenti Marco Venturi – proveranno il più possibile a non aumentare i prezzi, ma i consumi non vanno bene e il problema è la lunghezza della crisi». Dunque si mettono le mani avanti sapendo che non mancheranno comportamenti diversi. «Chi è preso alla gola sarà costretto a trasferire l’ aumento sul cliente, chi riuscirà a resistere terrà i cartellini fermi». I dati diffusi dalla sua organizzazioni sono funesti: il 2012, prevede, sarà peggiore del 2011. La manovra da 54 miliardi, conclude amaramente Venturi, peserà tra interventi diretti e indiretti ben 33 miliardi sulle famiglie «con una pressione fiscale effettiva del 54%». Il Codacons lancia il primo allarme. Il 35% degli esercizi commerciali ha aumentato i listini prezzi, mentre i distributori di carburante già da ieri mattina aveva aggiornato al rialzo i prezzi alla pompa. «I rincari – spiega il Codacons – sono stati applicati principalmente dai piccoli negozi e i beni maggiormente colpiti sono stati quelli di piccolo importo come prodotti per la pulizia della casa e per l’ igiene personale». L’ allarme sul risparmio che si va erodendo è lanciato anche dall’ Istat. Nel 2010 il tasso risparmio delle famiglie ha segnato il 9%, il livello più basso tra i paesi industrializzati. La manovra prevede anche una stretta sugli evasori senza quantificare il gettito. Sarà infatti sufficiente un’ imposta evasa di 30 mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta e di omessa dichiarazione e di 50 mila per quello di dichiarazione infedele. Con queste disposizioni, secondo l’ Agenzia delle Entrate, si amplia la platea degli evasori «che rischieranno di rispondere penalmente». Ma la manovra ha un altro effetto, sicuramente meno gradevole, per i lavoratori del pubblico impiego che, da ieri, potranno essere trasferiti in un’ altra sede della stessa regione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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