23 Marzo 2014

Manager, duello sugli stipendi Lupi gela Moretti: può andare

Manager, duello sugli stipendi Lupi gela Moretti: può andare

ROMA Nessuna marcia indietro. Sul tetto dei compensi d’ oro dei manager pubblici il governo non è disposto a cambiare idea. A costo di farne fuggire qualcuno, come ipotizzato dall’ amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti che venerdì si era scagliato contro ogni ipotesi di limiti alle retribuzioni. Ieri sulla vicenda ha detto parole nette il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: «Se un manager ha voglia di andare via è libero di trovare sul mercato chi lo assume a uno stipendio maggiore. Moretti è un manager efficiente ed ha dimostrato di aver lavorato bene, ma se il padrone, in questo caso lo Stato, decide che rispetto a quello stipendio bisogna dare un segnale anche nella direzione dei cittadini (perché circa 50 mila euro al mese non mi sembra siano oggettivamente pochi), siamo in un mercato libero e credo che se Moretti ha altre offerte, se vuole andare alle Ferrovie tedesche, lo può fare tranquillamente». La bufera sulle parole del capoazienda di Ferrovie sembra quindi tutt’ altro che terminata. Duri giudizi arrivano anche dai sindacati. Non ha dubbi il numero uno della Cgil Susanna Camusso: «Un tetto ai compensi va posto, su questo non ci sono dubbi. Non voglio entrare nelle valutazioni di casi singoli ma faccio notare che in questi anni sono progressivamente diminuite le retribuzioni dei lavoratori e si è alzato il valore di quelle degli alti manager: è chiaro allora che bisogna ricostruire una forbice più ragionevole partendo da un innalzamento dal basso». Il tema accende anche il dibattito politico. Sel ricorda la sua proposta di legge per un tetto ai compensi e calcola: «I manager italiani guadagnano 957 euro l’ ora e i loro omologhi tedeschi la metà, mentre gli stipendi degli italiani sono tra i più bassi di Europa». Anche dal Pd non mancano critiche al manager delle Ferrovie che viene invitato dall’ eurodeputato Guido Milana «prima di fare certe esternazioni di pensare alla condizione quotidiana dei pendolari italiani». Poco convinto anche il vice-ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini del Psi: «Se Moretti resterà sulle sue posizioni penserei a fare un investimento sulla nuova generazione di manager che si sta affermando in Italia e nel mondo». Dal fronte dei consumatori interviene il Codacons: «Se gli omologhi di Moretti in Germania guadagnano di più è anche perché offrono agli utenti un servizio migliore, con treni puntuali e una maggiore efficienza. Farebbe bene a chiedere ai pendolari italiani se il suo stipendio da 850mila euro è giustificato o meno».

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