15 Giugno 2000

?MALASANITA?: SE IL MEDICO SBAGLIA SOLO LA DIAGNOSI

E IL PAZIENTE MUORE RISPONDE COMUNQUE DI OMICIDIO? IMPORTANTE PRINCIPIO INNOVATIVO FISSATO DALLA CASSAZIONE A TUTELA DEI PAZIENTI

NON SOLO IL CHIRURGO CHE SBAGLIA L?OPERAZIONE O IL MEDICO CHE SBAGLIA LA CURA , MA ANCHE IL SANITARIO CHE SI LIMITA A SBAGLIARE LA DIAGNOSI RISPONDE DI OMICIDIO SE DALLA MANCANZA DI CURA CONSEGUE LA MORTE DEL PAZIENTE
IL CODACONS CHIEDE ALLA REGIONE LAZIO DI REVOCARE IL CONVENZIONAMENTO CON IL S.S.N. PER L?ISTITUTO IN CUI SONO STATI COMMESSI GRAVI ERRORI DIAGNOSTICI

Aumenta ogni giorno la tutela degli ammalati grazie agli interventi della Corte di Cassazione. E? di ieri una clamorosa sentenza della IV sezione penale (la n.ro 6295/2000, pres. Sciuto, est. Tatozzi) che ha confermato la colpevolezza di un primario del Gemelli che a seguito di un errore nella diagnosi di un tessuto non aveva visto un tumore maligno, ma curabile se affrontato tempestivamente con la chemioterapia, diagnosticandone erroneamente la benignità. La suprema Corte ha confermato sia l?errore che il nesso di causalità tra l?errore e la morte della piccola Daniele Antonella di 9 anni, morta dopo due anni di sofferenze atroci proprio a causa di quell?errore. Nella sentenza si rigettano tutte le argomentazioni difensive che tendevano a scaricare sul medico curante la responsabilità dell’evento salvando così il medico incaricato solo di esaminare il tessuto prelevato per stabilire la malignità o la benignità del tumore. Il sanitario in servizio presso l?Istituto di anatomia patologica dell?Università Cattolica di Roma, Arnaldo Capelli, coinvolto già in almeno 3 procedimenti penali per errori diagnostici (con perizie che hanno accertato numerosi errori a suo carico, come tumori maligni scambiati per altre patologie non gravi), aveva scambiato un PNET, ossia un tumore maligno della vescica, con un banale ingrossamento del tutto innocuo. La bambina quindi era stata riportata a casa dai genitori, ma la malattia si era manifestata dopo alcuni mesi nella sua virulenza, a causa di mancanza di cure appropriate (la chemioterapia in quel caso garantiva il 90% di possibilità di guarigione completa!!!), ed era morta dopo mesi di inutile e torturanti cure inefficaci di fronte a metastasi sviluppate dappertutto.
?Il rimprovero di imperizia ? recita la sentenza che ha confermato la prescrizione del reato commesso nel lontano 1988, e la colpevolezza del sanitario ? riguarda il mancato riconoscimento e conseguita diagnosi della natura altamente maligna della neoplasia pur rilevabile all?esame istopatologico dei vetrini che ne evidenziavano il carattere ampiamente destruente ed infiltrante in profondità la parete muscolare, la elevata attività mitotica e la

presenza di fenomeni di necrosi. La agevole riconoscibilità dei caratteri di malignità conferiva all?errore dell?anatomopatologo macroscopicità tale (sic!) da ricondurlo nell?ambito della colpa grave di cui all?art.2236 del c.c.?.
La sentenza contiene anche un altro importante principio di diritto ?la possibilità dell?evento morte di verificarsi a causa dell?errore non va valutato solo con i freddi dati statistici ma anche sulla base di indicazioni ulteriori tratte dal caso concreto?? , e in questo caso, la giovanissima età della paziente, lo stadio appena iniziale della malattia e le buone condizioni generali della bambina fanno aumentare le probabilità statistiche di guarigione e aggravano il nesso causale tra errore diagnostico e morte.
I Giudici hanno condannato quindi per omicidio colposo, ai fini civili (il reato penale è caduto è stato prescritto), l?imputato Capelli e L?Università Cattolica a risarcire i danni alla famiglia, assistita dagli avv.ti Carlo Rienzi e Michele Lioi del CODACONS.
L?associazione intanto, dopo aver appreso della giusta intenzione della Regione Lazio di revocare il convenzionamento con il S.S.N. alla clinica degli Spallone Villa Gina, ha chiesto al Presidente F.Storace di procedere, ed evitare così altri errori fatali per i pazienti, a revocare la convenzione anche con l?Istituto diretto dal dott. A.Capelli.

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