Magre a ogni costo
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fonte:
- L`Espresso
Magre a ogni costo
Promettono diete su misura. E macchinari speciali per perdere peso nei punti giusti. Rapidamente. Ma la nostra inchiesta in uno di questi istituti scopre che…
Lungotevere dei Mellini 44, zona Prati, a Roma: è un palazzo per uffici con portineria centralizzata e quattro scale dai nomi altisonanti. Al primo piano della Scala Valadier ha sede il Centro Dimagrante Sobrino. Arriva l`estate e dilaga in tv, in Rete, sui giornali, l`offerta di soluzioni miracolose per affrontare la “prova costume da bagno“. Perciò, visitiamo uno di questi centri che promettono di farci diventare magri senza soffrire, solo pagando “comode rate mensili“. I Centri Sobrino, che giurano su perdite di 38 chili in 15 trattamenti, uso di rivoluzionari macchinari sciogli-grasso e sciogli-cellulite, diete personalizzate, negli ultimi mesi sono stati, come vedremo, protagonisti di inchieste giornalistiche e giudiziarie. Ma benché con qualche correzione, il loro slogan (“Magri come un grissino“) continua a monopolizzare il mercato pubblicitario. Avranno ragione loro? Dal vivo, cosa vendono?
Sono le 9,40 di un lunedì di primavera. Le istruzioni per arrivare al Centro ce le ha impartite la voce femminile che risponde al numero verde 800458458, rifiutandosi di darci un numero di telefono diretto di questa sede. Insomma, al Centro Sobrino si arriva governati da questa entità immateriale. La sala d`aspetto è in stile Cappella Sistina: celeste, con la riproduzione a grandezza naturale della Genesi di Michelangelo. E, tanto per rafforzare la sensazione che siamo nelle alte sfere, ci fanno aspettare 25 minuti. Arriva Lara: così dice la targhetta appuntata al camice della ragazza bionda, qualifiche, invece, sulla targhetta non ne appaiono. Ci conduce in un`ala botticelliana : Primavere e Veneri occhieggiano dai muri, alludendo – supponiamo – alla rinascita estetica che otterremo. Con aria che ci sembra un po` diffidente (ma sarà la nostra coda di paglia) ci chiede come siamo arrivate lì. «La pubblicità», rispondiamo. Sorride, adesso, complice. Il compito di Lara è, nella prima parte, chiaro: spiega che il metodo si basa su una dieta («Dissociata, a milletrecento calorie, le daremo un libretto») e sui trattamenti che, indossata una «tutina», ci verranno effettuati con una macchina «speciale» che unisce le azioni di «carbonio» ed «elettrodi», che «scioglie i grassi» e «non è un elettrostimolatore». Chiediamo: ma ci visiterà un medico? Dice che sì, ma medico e libretto della dieta li vedremo al secondo incontro, solo dopo aver firmato il contratto finanziario. Il medico richiederà delle analisi prima di dare la dieta?. «No, ma se sa di avere malattie particolari, le comunichi», è la risposta. Poi apre un libro di fotografie di clienti e ci mostra due corpi femminili ritratti da dietro, stesso tatuaggio sulla spalla, stesso nome stampigliato sulla natica: il “prima“ e il “dopo“.
In realtà, ci vorrebbe sul serio Michelangelo, o un buon programma di ritocco delle immagini al computer, per tirare fuori dai 90 chili cellulitici del primo le forme ancora morbide (diciamo, a occhio, 25 chili in meno), ma levigate e aggraziate, del secondo. Fine del primo atto. Nella sala della Genesi aspettiamo finché appare Roberta che ci porta in un secondo studio, anche questo azzurro.
Non c`è ombra di bilancia e sulla sua targhetta non c`è qualifica. Ci fa spogliare alla bell`e meglio («Pantaloni giù, maglietta su») , s`inginocchia e da davanti tasta l`esterno, in alto, delle cosce: «Il suo problema è qui». Recita più volte questa frase, come se fosse un mantra: «Lei, con una dieta, dimagrisce nelle parti già magre, viso, collo. Da noi, col metodo del dottor Sobrino, grazie ai macchinari inventati dal dottor Sobrino, dimagrisce nelle parti grasse». Sempre ripetendo il mantra e sempre in ginocchio ci gira dietro e, sfiorando i contorni del nostro corpo, suggerisce una silhouette futura che manco Martina Colombari. Bruscamente, passa alle cose serie: spiega che prevede un «trattamento d`urto», per un totale di 15 appuntamenti, i primi 12 due volte a settimana, gli ultimi tre in 21 giorni. Totale, 1.550 euro. Possiamo pagare tutto subito. Oppure in due tranche, la prima subito e la seconda a sei mesi a tasso zero. Oppure, e loro lo consigliano, tramite finanziaria: tra le sei e le 48 rate, importi tra i 46 e i 276 euro al mese. Prima rata, a due mesi dall`inizio dei trattamenti, «quindi a lavoro praticamente finito». Vedremo un medico vero, vedremo i macchinari e vedremo la dieta solo dopo aver pagato cash o esserci impegnate con la finanziaria. Uscendo, la sensazione è strana: hanno provato a venderci una dieta buona per tutti e senza accertamenti sanitari, dei macchinari che non sarebbero i comuni elettrostimolatori, ma che restano misteriosi, con pagamento anticipato.
“Magri come un grissino“: promessa appetibile, perché è fatta a un popolo sempre più grasso: nel nostro paese sono sovrappeso il 39,8 per cento degli uomini e il 25,3 per cento delle donne. Un popolo contagiato sempre più dalla voglia di soluzioni miracolistiche: creme, macchine, pasticche che bruciano le calorie di un piatto di fettuccine. E percorso dalla fede in soluzioni consumistiche: paghi un tanto al mese e risolvi il problema. Ogni anno in Italia si spendono 44 mila miliardi di vecchie lire in cure legate al problema del sovrappeso: 22 mila miliardi sono a carico del Servizio sanitario nazionale, l`altra metà è spesa privata. La torta è grossa.
Marcello Ticca, docente in Scienza dell`alimentazione alle università La Sapienza e Tor Vergata, riepiloga le regole di base, vere: «Dimagrire, in senso letterale, significa perdere di peso nelle zone adipose. Se si spendono più energie e si introducono meno energie riducendo gli alimenti, l`organismo ricorre a queste riserve. Bisogna perdere peso gradualmente, l`optimum è un chilo alla settimana. Se perdo tre chili a settimana, significa che perdo anche acqua, e questa la recupererò facilmente, oppure perdo massa magra, muscoli: mi sto autodigerendo». Ma si può prescrivere una dieta senza accertamenti clinici, come ci hanno prospettato al Centro Sobrino: «Mai. Una dieta è un atto medico. Prima di prescriverla bisogna verificare come minimo funzionalità tiroidea, sideremia, potassio, emocromo. Una dieta può provocare malesseri o aggravare situazioni presenti a livello sub-clinico. Il medico non può intervenire dopo». E può essere buona una dieta in ciclostile? In particolare, è valida, ed è valida per tutti, la dieta dissociata? «Ma come si fa a prescrivere un regime buono per il ferroviere come per la casalinga, per la diciottenne come per sua nonna? Dissociando, cioè evitando di assumere insieme carboidrati e proteine, certo, mangi di meno: abolisci una portata a pranzo e a cena.
Ma uno studio statunitense ha dimostrato che, a parità di alimenti ingeriti, la dissociazione non comporta alcun vantaggio, anzi dimagrisce di più chi non dissocia. E la dissociazione può provocare rischi in certe fasce d`età: le giovani donne, mangiando poca carne, rischiano l`anemia».
La signora Mariella, brunetta , moglie del dottor Sobrino, ginecologo di Tivoli, e testimonial dell`azienda di famiglia, potrà essere discutibile sul piano medico, ma merita attenzione per l`altro aspetto della faccenda. La capacità di usare i media. In nove anni, da quando ha aperto il primo piccolo centro estetico a Tivoli, ha innescato un ping pong pubblicitario: al “grissino“ altri centri rispondono con la dieta al peperoncino, altri ancora ribattono: “Macché grissini, macché peperoncini“. È diventata un personaggio: invitata in tv da Piero Chiambretti e da “Quelli che il calcio“, e poi eletta “mito gay“, come Raffaella Carrà, dai seguaci di Fiesta, happening omosessuale che si tiene settimanalmente a Roma al Teatro dei Satiri.
Soprattutto, ha guadagnato: la società di cui il dottore di Tivoli è amministratore delegato e la consorte socia al 50 per cento si avvia, per il 2003, a farsi quotare in Borsa. Ma i Centri del grissino hanno riscosso l`attenzione anche per altri motivi. La trasmissione “Mi manda Raitre“, e il giornale “Il salvagente“ hanno dedicato, rispettivamente, una puntata, il 16 novembre, e un`inchiesta, nel numero del 28 febbraio, a un complesso iter di denunce. Allo stato attuale, per riassumere: alcune signore lamentano di aver pagato per un ciclo di trattamenti e di non avere ottenuto i risultati promessi; sotto accusa, ci sono gli spot tv che promettono dimagrimenti veloci e propagandano (senza autorizzazione del ministero per la Salute), macchinari in grado di risolvere problemi medici, come la cellulite e la ritenzione linfatica; c`è la dieta, promessa come personalizzata, ma che al dunque si è rivelata uguale per tutti; c`è la formula di pagamento, che non prevede rimborso in caso di fallimento dell`obiettivo. In più, c`è lo spot scandaloso dedicato alle bambine: quello, fatto passare durante i cartoni animati pomeridiani, dove una ragazzina ringrazia i Centri per averla fatta dimagrire «dieci chili». In marzo l`Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, su istanza del Codacons, sospende, in attesa di sentenza definitiva, lo spot e il sito Internet dei Centri perché «caratterizzati da un rilevante potenziale decettivo» (cioè “atto a ingannare“ secondo lo Zingarelli).
Intanto vanno avanti le cause giudiziarie, due per il danno economico e una per danno fisico – una ragazza dopo la prima applicazione del macchinario è finita al pronto soccorso – intentate da tre clienti (una delle cause per danno economico si è conclusa con un patteggiamento: cioè i Sobrino hanno risarcito la cliente). Secondo “Il Salvagente“, poi gli attrezzi miracolosi inventati dal dottor Sobrino sarebbero normali elettrostimolatori prodotti da un`impresa di Latina.
Significa che tutti i Centri che promettono di farci dimagrire pagando un tanto al mese sono da evitare? «In realtà questi centri potrebbero aiutare il dietologo intervenendo sulle adiposità localizzate del paziente, quelle più difficili da eliminare», dice Ticca: «Ma il problema è che usano, senza controllo medico, macchinari che possono provocare eritemi, o praticano terapie come la ionoforesi o la mesoterapia, che possono provocare allergie. E in genere vogliono inglobare il paziente: dare loro le diete. E, non volendo spendere tempo né personale, danno diete generiche, spesso addirittura dannose: come quelle di moda adesso, le iperproteiche (dieta Atkins, a zona, di Rivalta…) che favoriscono chetosi, ipercolesterolemia, perdita di calcio. Io potrei mandare i miei pazienti in questi centri, per un sostegno al regime alimentare, ma so, purtroppo, che lì gli diranno delle sciocchezze».
Tornando a madame Sobrino, lei non demorde. Dal vivo, con le clienti, adotta quella strategia dei due tempi, Lara/Roberta: la prima spiega le cose come stanno veramente («non siamo medici»), la seconda imbonisce. Intanto annuncia di avere in trattativa un contratto di consulenza con la Rai (ma non spiega con quale trasmissione). Manda sulle tv private una nuova raffica di spot, ripuliti dalle promesse più fallaci. E sulla home page del sito, chiuso dal Garante, la sua foto maliziosamente ammicca: «Noi saremo presto in linea. E voi?». Carabinieri da collezione.
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