14 Ottobre 2013

Lupi:«Alitalia non è Cenerentola»

Lupi:«Alitalia non è Cenerentola»

MAURIZIO LUPI prova a dettare ad Air France le regole per il salvataggio di Alitalia. Il ministro dei Trasporti, ieri in televisione su SkyTg 24, ha detto che «l’ Italia non può fare la Cenerentola, è un pilastro fondamentale di questa alleanza» con Air France-Klm e per questo Roma dovrà avere pari dignità rispetto agli hub di Parigi e Amsterdam. Una dichiarazione che è diretta conseguenza delle anticipazioni di Le Monde secondo cui la compagnia franco -olandese farà la sua parte nell’ aumento di capitale (75 milioni su 300 per mantenere la quota del 25%) solo a precise condizioni. I francesi pretenderebbero lo stop al rinnovo della flotta italiana e niente nuovi collegamenti a medio -lungo raggio, esattamente quelli che secondo diversi analisti (ieri l’ economista Oliviero Baccelli sul Secolo XIX) garantirebbero ad Alitalia una concreta ripartenza. L’ incubo italiano è quello di ParmalatLactalis: in questo caso, a fare gola ai francesi sarebbero noni soldi incassa alla società di Parma, ma il bacino di mercato italiano, che verrebbe “dirottato” sugli hub Air France-Klm. Il governo guarda quindi anche ad altri potenziali partner, tra cui in pole ci sono gli arabi di Etihad. Sei francesi non dovessero esercitare l’ aumento di capitale- ha ricordato ieri Lupi- la loro quota nella compagnia italiana si diluirebbe sino a circa il 10% e, a quel punto, «noi lavoreremo, per il compito che il Governo ha, per individuare altre alleanze internazionali». A dare una prima indicazione sulle intenzioni di Parigi e degli altri azionisti sarà l’ assemblea straordinaria di oggi, chiamata avarare l’ aumento di capitale deciso venerdì (insieme a 200 milioni di linee di credito da parte delle banche per complessivi 500 milioni). I soci avranno però poi un mese di tempo (fino al 14 novembre) per decidere se e con che cifra partecipare all’ aumento. I francesi potrebbero anche votare favorevolmente in assemblea, ma poi decidere di non sottoscrivere la propria quota: in ogni caso sembra che Parigi si prenderà tutto il tempo possibile prima di decidersi ad aprire il portafoglio. Intanto contro l’ intervento da 75 milioni delle Poste difeso anche ieri dai ministri Zanonato e Lupi («niente soldi presi dalle tasche degli italiani», si è scagliato il Codacons che presen terà un esposto urgente a Bruxelles nella convinzione che, diversamente da quanto dice il governo, di aiuto di Statosi tratta. Estorce il naso anche il senatore genovese e montiano Maurizio Rossi, secondo cui il governo è in preda a una “libidine nazionalista” che non garantisce affatto agli italiani viaggi più economici ed efficienti. Sul fronte delle banche, sempre ieri, Unicredit ha messo in chiaro che il proprio intervento (Piazza Cordusio insieme a Intesa SanPaolo garantirà fino a 100 milioni di inoptato nell’ aumento di capitale) è «per salvare questo asset strategico e non per diventare azionisti».
samuele cafasso

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