25 Aprile 2006

L`Unione resta perplessa, Epifani critico

Il matrimonio del secolo tra Abertis e Autostrade continua a suscitare polemiche e dibattiti nel mondo politico, sindacale ed imprenditoriale. Spaccato tra i fautori della fusione e i detrattori (capeggiati dalla Margherita e dalla Cgil) che temono che il progetto sia in realtà una vendita mascherata di una delle ultime grandi utilities nazionali. Più ottimisti, invece, gli esponenti della Casa delle Libertà, che con il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi considerano “positivamente l`iniziativa, a patto che siano salvaguardati i progetti di completamento del sistema autostradale italiano“. Se per il forzista Pierluigi Borghini l`alleanza italo-spagnola segna la fine di una visione provinciale, secondo Maurizio Gasparri la vicenda va invece portata al più presto all`attenzione del Parlamento. “Non c`è dubbio che bisogna avere il massimo rispetto per le regole e le logiche del mercato – precisa l`esponente aennino – ma è altrettanto innegabile che Autostrade ha una valenza strategica. Dopo gli strali di Prodi, Enrico Letta, Rutelli e Bersani, ieri anche Rifondazione ha attaccato il progetto, dubbi e perplessità che derivano in primis “dalla scelta del momento“, spiega il responsabile economico Andrea Ricci. “Il piano consiste infatti in una sostanziale cessione della direzione di un`importante infrastruttura del Paese in mani estere“, un`operazione effettuata quando il nuovo governo non è stato ancora insediato. Mentre la Commissione europea si riserva di commentare l`operazione solo quando il progetto sarà notificato, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani spara a zero. “Il profilo industriale della nuova holding – chiosa – può avere una sua logica, ma il timbro è quello degli azionisti spagnoli e non di quelli di Ponzano, cosa accettabile in Europa, come è evidente, ma pur tuttavia un altro segno delle debolezze del nostro sistema imprenditoriale“. C`è, insomma, qualcosa che non quadra. Critiche anche da Raffaele Bonanni, leader in pectore della Cisl, e dalla Uil, che chiedono un incontro con i vertici di Autostrade per far chiarezza sul destino dei 10mila lavoratori italiani. Preoccupate anche le associazioni dei consumatori: il Codacons vuole che il nuovo esecutivo verifichi “che gli introiti tariffari non aumentino di un centesimo a causa della fusione, e che i miliardi di incasso annuali sborsati dagli automobilisti italiani vengano integralmente destinati al miglioramento delle infrastrutture nel nostro Paese“. Controcorrente, infine, l`amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, autore della megafusione cross-border con l`istituto tedesco Hvb. “L`aggregazione – spiega convinto – è un`operazione di respiro europeo assolutamente positiva sia per le società coinvolte sia per i rispettivi paesi“.

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