L’Oms attacca i medici “Devono vaccinarsi”
-
fonte:
- La Stampa
TORINO «Irresponsabile». Gregory Hartl, portavoce dell’Oms, non ha dubbi sull’utilità del vaccino contro la «nuova influenza». E giudica colpevole il comportamento di chi – pur rientrando fra le categorie a rischio – rifiuta la somministrazione: «Per ora – dice Hartly – è l’arma più efficace per lottare contro il virus». Arma però snobbata anche da moltissimi medici, che l’infettivologo Ferdinando Aiuti, presidente della Commissione delle Politiche sanitarie del Comune di Roma, ora accusa: «Stanno facendo controinformazione». Qualche reazione avversa del vaccino è stata segnalata – ammette Aiuti – «ma è un discorso di costi-benefici: la verità è che la classe medica non è adeguatamente preparata a questa epidemia, e non crede nella vaccinazione». Caos, dubbi e domande si moltiplicano. Secondo le prime stime elaborate dal Censis sulla pandemia, ogni malato costerà al Servizio Sanitario circa 420 euro. In molte regioni italiane stanno partendo solo adesso le somministrazioni del vaccino. Significativa l’immagine scattata ieri a Milano, proprio nel giorno in cui in Campania si registra la nona vittima, un musicista di 37 anni (già sofferente di altre patologie) ricoverato a Salerno. All’Asl di via Ricordi, a Milano, 200 persone hanno atteso a lungo il proprio turno, perché c’era soltanto un medico disposto a somministrarlo. In più regioni la vaccinazione viene fatta soltanto alcuni giorni alla settimana, in orario d’ufficio. I casi di «nuova influenza» nel nostro Paese hanno raggiunto quota 250 mila. «Le vittime sono tutte persone che presentavano patologie preesistenti, più un caso per il quale sono in corso gli accertamenti», ha comunicato ieri il viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, di cui Adoc, Adiconsum, Adusbef, Codacons, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, e Legaconsumatori chiedono le dimissioni: «Abbiamo registrato da parte del viceministro – sostengono i presidenti delle associazioni – una totale mancanza di trasparenza e di corrette informazioni sull’influenza A, sia per quanto concerne la diffusione del virus e la sua letalità, sia sui tempi di vaccinazione della popolazione». Grave, soprattutto, «che siano state diffuse notizie non veritiere sul vaccino: secondo quanto affermato da Fazio avrebbe dovuto essere disponibile già a ottobre per le categorie a rischio ma ad oggi non è presente nelle quantità necessarie». A Fazio, la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi regionali, presieduta da Leoluca Orlando, ha chiesto una relazione «per conoscere sia i dati atti a valutare l’effettività della situazione della pandemia, sia l’indicazione delle misure concrete che il Governo intende assumere, o ha già assunto, per dare risposta adeguata alla situazione che si va profilando». Restano intanto gravi le condizioni delle dei due ricoverati in rianimazione a Torino: un uomo di 44 anni e una studentessa di 25 anni: entrambi – benché in sovrappeso – erano in buone condizioni di salute, prima di essere infettati. Un’altra giovane donna, 26 anni, residente nel Tigullio, è in rianimazione all’ospedale di Lavagna (in Liguria) con insufficienza respiratoria. Ferdinando Aiuti chiede che la possibilità di fare il test «sia data subito a tutti gli ospedali». Ovunque è allarme per la nuova influenza. Le dosi di vaccino già distribuite sono state quasi un milione e 400 mila. Ma un altro milione e 96 mila fiale sarà distribuito entro la fine di questa settimana, garantisce il ministero. Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto d’Igiene dell’università Cattolica di Roma, polemizza: «Di questa nuova influenza si sapeva ormai quasi tutto: i nostri colleghi australiani ci avevano detto che si tratta di un’influenza con letalità bassa, ma che occorre organizzarsi per vaccinare e ridurre la circolazione del virus». Tra le regioni, prosegue Ricciardi, «alcune hanno dimostrato di sapersi gestire bene, altre meno. Il che si traduce nel fatto che alcune hanno già iniziato le vaccinazioni, mentre altre si mettono in campo soltanto in questi giorni». L’interesse per la sanità pubblica, punta il dito Ricciardi, «non si improvvisa, non si può solo reagire alle emergenze: servono analisi, programmazione e poi comunicazione adeguate».
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- SANITA'